L'intitolazione a Giacomo Mancini del ponte sul Campagnano, principale arteria di collegamento tra i comuni di Cosenza e Rende, non è soltanto il tributo alla memoria del leader socialista, nel ventennale della sua scomparsa.

Ideale abraccio tra comunità

Simboleggia quell'ideale abbraccio tra le due comunità nella prospettiva di realizzare concretamente il sogno dell'area urbana, nonostante un percorso non sempre condiviso nelle scelte strategiche dalle due amministrazioni, per lunghi tratti contraddistinte dalla comune appartenenza alle insegne del garofano. L'iniziativa è stata promossa proprio dal comune di Rende, territorio nel quale ricade l'infrastruttura, nell'ottica di un'attività di riordino della toponomastica cittadina avviata dalla relativa commissione consiliare.

Percorsi comuni

Erano presenti Francesco Turco, consigliere delegato di Palazzo dei Bruzi dal sindaco Franz Caruso, assente per precedenti impegni istituzionali, ed il primo cittadino di Montalto Uffugo Pietro Caracciolo. E poi Nicola Leone, rettore dell'Università della Calabria, presidio del sapere frutto della feconda alleanza politica dello stesso Mancini e di un altro fervido socialista come Francesco Principe. L'eredità di quella storia, poi raccolta anche da Pietro e Giacomo jr, e da Sandro Principe e Antonietta Feola, disegna ancora oggi le traiettorie seguite dalle due amministrazioni, coinvolte l'una al fianco dell'altra negli investimenti dell'Agenda Urbana, nel Pisu, il Piano di Sviluppo Urbano, e nel Pit Serre Cosentine, oggi denominato Sasus.

Il nodo dell'ospedale

E poi, naturalmente, nelle scelte relative alle grandi opere per i trasporti e, da ultimo, per garantire servizi sanitari efficienti attraverso la costruzione del nuovo ospedale, su cui Cosenza e Rende hanno deliberato in maniera divergente. Manna è ottimista: «Sono certo che si troverà una intesa. L'ultima parola penso spetterà al presidente della Regione Roberto Occhiuto, un cittadini di questi territori, che saprà trovare una soluzione condivisa».