Secondo il capogruppo del Partito democratico al Comune il dissesto sancito dalla Corte dei conti è «il finale inglorioso di una lunga e scellerata azione politica-amministrativa»
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«La conferma del dissesto finanziario arrivato dalle Sezioni riunite della Corte dei Conti è il finale inglorioso di una lunga e scellerata azione politica-amministrativa del sindaco Occhiuto». Lo afferma in una nota il capogruppo del Pd al Comune di Cosenza, Damiano Covelli. «Un brutto capitolo della storia cittadina - prosegue - che avrà pesanti conseguenze per le tasche dei contribuenti cosentini con una grave ipoteca sul futuro delle nuove generazioni. Un lungo elenco di scelte sbagliate, una grave e allegra gestione delle risorse comunali sono la causa di una montagna di debiti che apre uno scenario devastante che determinerà, senza la necessaria oculatezza, enormi difficoltà a garantire alla città anche i più elementari servizi pubblici (scuolabus, trasporti, acqua, spezzatura, mensa scolastica, manutenzione delle strade ecc)».
Secondo Covelli «si è passati dalla presunzione di essere un comune al pari delle migliori capitali d'Europa ad una città ridotta ad una baracca disastrata ormai alla bancarotta. I dati della Corte dei Conti non sono confutabili, non possono essere oggetto di “finanza creativa”, non possono essere scaricati su altri. È patetico, in queste ultime ore, il tentativo da parte del sindaco di puntare il dito sulle passate amministrazioni, poiché tutti si sono fatti una precisa idea di come questi debiti siano lievitati a dismisura: una enorme, dispendiosa ed inutile pletora di dirigenti e consulenti esterni, opere pubbliche di dubbia qualità e utilità che hanno drenato grandi risorse finanziarie destinate ad altri impegni di spesa, costi spropositati per feste, luminarie, attività ludiche che la città non poteva permettersi con il solo obiettivo di dare un'immagine accattivante e di buona amministrazione. Una gestione dissennata che ha provato a “fare cassa” sulla pelle dei cittadini tartassandoli di multe e tributi non dovuti».
«In questo quadro desolante - conclude Covelli - è addirittura “criminale” pensare da parte di Occhiuto di voler esportare alla Regione questo fallimentare “modello Cosenza” che sembra ricordare la disastrosa esperienza amministrativa dello stesso Centrodestra nel governo della città di Reggio Calabria. L'unico comportamento responsabile, che difficilmente arriverà visto il grande ego che Occhiuto nutre per se stesso, sarebbe quello di chiedere scusa ai cosentini», conclude Covelli.