La Confcommercio di Cosenza ha rinnovato i suoi organi interni, confermando per altri cinque anni Klaus Algieri alla presidenza. Per l’occasione l’associazione ha voluto organizzare un incontro al quale hanno preso parte il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto e il presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli. I due, insieme al presidente Algieri, hanno animato il dibattito incentrato sul ruolo dei corpi intermedi che in realtà si è trasformato in un dialogo fra il presidente Algieri e Occhiuto.

Nel suo appassionato intervento, infatti, Algieri ha evidenziato come i corpi intermedi debbano avere un ruolo centrale nella costruzione delle politiche pubbliche perché in essi c’è il mondo produttivo, il mondo del lavoro, se vogliamo il mondo reale che spesso sfugge alla politica. Ovviamente a patto che queste associazioni abbiano come obiettivo la tutela dell’interesse comune e non quelli di un gruppo di privati, come ha detto Algieri con una punta di polemica.

Detto questo il problema principale delle aziende oggi è quello del lavoro. Secondo le ultime statistiche in Italia sono almeno 1,2 milioni i lavoratori che le imprese non riescono a trovare. Un problema che ha due conseguenze. Da un lato c’è da ripensare il sistema della formazione italiano a partire dagli istituti tecnici, dall’altro c’è l’esigenza di una riforma dei contratti di lavoro. Per Algieri va cambiato il paradigma e serve legare la retribuzione non tanto alle ore lavorate ma ai risultati e alle performance raggiunte.

Se questo è il quadro generale, quello calabrese si caratterizza per il grande lavoro che sta svolgendo Occhiuto in Cittadella. Uno sforzo di riorganizzazione che però Algieri vorrebbe veder finalizzato. L’imprenditore ha citato lo sforzo della Regione su Sacal, poi quello sulle Terme Luigiane che però bisogna portare a casa. Un passaggio, poi, lo ha rivolto al porto di Gioia Tauro che «è un'importante stazione di transhipment ma vorrei capire che cosa lascia all’economia calabrese». Altro tema quello della tutela delle coste e del nostro mare su cui la giunta si sta spendendo molto per arrivare infine al Ponte sullo Stretto «noi siamo più che d’accordo - ha detto Algieri - ma io vorrei sapere una cosa: ma come ci arrivo?».

E’ toccato al presidente Occhiuto ribattere alle osservazioni «stimolanti e divertenti» le ha definite, di Algieri. Dopo i ringraziamenti di rito, Occhiuto ha ribadito la sua filosofia politica che è quella di far conoscere non solo al mondo, ma spesso anche ai calabresi che le ignorano, le potenzialità della Calabria. Il presidente è partito dal porto di Gioia Tauro il primo in Italia e il terzo in Europa. È vero, ha ammesso il Governatore, i riverberi economici sulla Calabria per ora sono pochi, ma la visione di questa giunta regionale è che la nostra regione si trova in una situazione simile a quella del Nord Italia negli anni ‘60. Lì la vicinanza ai motori dello sviluppo europeo, come il manifatturiero tedesco, ha contributo allo sviluppo. Adesso il paradigma si è rovesciato, ha ricordato Occhiuto, la Meloni va a comprare gas nel Nord Africa, le economie di quei territori conosceranno nel breve periodo crescite vertiginose e la Calabria si deve trovare pronta a sfruttare la sua posizione geografica come hub sul Mediterraneo. Occhiuto vuole innanzitutto potenziare il retroporto  «oggi - ha detto - facciamo partire i treni per Nola, Padova, Bologna e altre città. Il commissario Zes sta rilasciando autorizzazioni per nuovi insediamenti in una settimana lavorativa».

Poi c’è la scommessa del rigassificatore. Occhiuto ha ricordato che ci sono due società private che hanno in mano tutte le autorizzazioni per costruire una infrastruttura che da sola produrrebbe la metà del gas che attualmente importiamo dalla Russia. Ma connesso a questa infrastruttura c’è anche la piastra del freddo dove viene lavorato il gas liquido per riportarlo allo stato gassoso. La piastra, ha detto il presidente, è in grado di surgelare una quantità impressionante di prodotti e noi possiamo fare di Gioia Tauro un distretto agroalimentare per tutto il Meridione. 

Occhiuto poi ha rivolto un appello alla Confcommercio e alla Camera di commercio a diventare sportelli della Regione e front office del mondo delle imprese. Soprattutto quelle micro che non hanno accesso ai bandi o perché i bandi non esistono o perché non hanno personale capace di intercettare questi finanziamenti. Le associazioni di categoria dovrebbero quindi farsi intermediari di queste esigenze. Altra chicca offerta da Occhiuto è la sua recente visita alla vicepresidente della Bce alla quale ha chiesto la possibilità di un investimento straordinario per la depurazione in Calabria. Oggi abbiamo ben 539 depuratori, costruiti al di fuori di ogni programmazione. Il risultato è che di questi pochi sono quelli funzionanti e Bruxelles continua a comminare sanzioni salatissime alla Calabria per le infrazioni sull’ambiente.

Insomma il clima è quello di grande collaborazione come hanno dimostrato anche le parole di Sangalli che ha chiuso l’incontro.  «Penso agli imprenditori - ha detto - a partire da quelli del Sud presenti in questa sala. Donne e uomini che hanno dimostrato nelle difficoltà tanta responsabilità e determinazione, prima di tutto nei confronti dei loro collaboratori, verso la comunità, verso il Paese. E’ difficile non arrendersi in un tempo in cui la parola più ricorrente è stata “crisi”. Crisi pandemica, crisi economica, crisi geopolitica, crisi energetica. E se non c’è stata una crisi sociale lo dobbiamo proprio ai corpi intermedi, quelli vivi e che hanno funzionato come la Confcommercio. Dobbiamo ripartire da qui perchè se non parte il Sud non ci può essere una crescita strutturata nel Paese»