Giunge al suo quinto capitolo il progetto Amore sbarrato, ideato e promosso da diversi anni dall’attore e regista cosentino Adolfo Adamo e che, anche nell’edizione 2024, si è svolto grazie alla sinergia e collaborazione instaurata tra l’Amministrazione comunale di Cosenza e la Casa circondariale Sergio Cosmai diretta da Maria Luisa Mendicino.

Duplice finalità

L’obiettivo è, da un lato, quello di abbattere, attraverso la funzione sociale e catartica del teatro, lo stato di invisibilità dei detenuti, accorciando le distanze tra il mondo esterno e l’universo carcerario, dall'altro quello di favorire il reinserimento del detenuto e la risocializzazione, attraverso i percorsi rieducativi e riabilitativi previsti dai trattamenti penitenziari dei quali la cultura ed il teatro in particolare rappresentano elementi fondamentali. Nessuno escluso il titolo dello spettacolo andato in scena al Rendano, scritto dallo stesso Adolfo Adamo con testo liberamente ispirato a I demoni di Fedor Dostoevskij. Sul palco alcuni detenuti con la partecipazione straordinaria, per la prima volta in veste di attori, dell'avvocato Gabriele Posteraro e della psicologa Libera Reale. In scena con loro anche l'attore Carmelo Giordano.

La crisi dei valori morali

«Nessuno escluso – ha spiegato il regista - trae spunto dalla visione della drammatica e sconcertante attualità del celebre romanzo di un gigante della letteratura, come Fedor Dostoevskij, per mettere a nudo, lasciando parlare il demone che è in ognuno di noi, la fragilità dell'uomo e la sua inquieta consapevolezza di incarnare l'eterno contrasto fra luce ed ombra, ragione ed istinto, bene e male. Il peso della schiacciante superiorità del male dei nostri tempi – chiarisce ancora Adamo - è raccontato dall'incedere dei personaggi, dal riferimento alle violenze della nostra società e ad una crisi dei valori morali sempre più accentuata ed esacerbata dall'ingerenza dell'Intelligenza Artificiale, capace di manipolare, attraverso i suoi algoritmi, la coscienza umana».

Straordinaria esperienza

«Non è semplice superare la riottosità iniziale dei detenuti – ha affermato ancora Adolfo Adamo a margine dello spettacolo – Gli ospiti della casa circondariale devono essere conquistati, orientati. È importante che comprendano le opportunità che questo progetto può offrire loro. Il teatro in carcere  è una esperienza straordinaria, una delle più belle della mia vita - ha aggiunto Adamo - Certamente una occasione di riscatto. Anche per le famiglie: padri, madri, mogli, figli. In questa ottica il carcere deve essere inteso come struttura di recupero sociale. Chi delinque non è un marziano: tutti possono commettere un errore nel loro percorso di vita. È un po’ il senso dell’opera Nessuno escluso messa in scena: il demone può impadronirsi di ognuno di noi».