Battuta infelice di Giovanni De Rose sulla liberazione dell'attivista rapita in Africa e liberata dopo un anno e mezzo di prigionia. Insorgono le associazioni per la difesa dei diritti delle donne
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Il commento sessista contro Silvia Romano, postato su facebook e poco dopo cancellato, ma rimasto impresso negli screenshot realizzati da altri frequentatori della rete, potrebbe costare caro all'ex comandante della polizia municipale di Cosenza Giovanni De Rose, in passato anche consigliere e assessore di Palazzo dei Bruzi prima di assumere, su disposizione del sindaco Mario Occhiuto di cui è stato anche capo della segreteria, incarichi dirigenziali di primo piano proprio al Comune di Cosenza.
Vana marcia indietro
Parole gravi quelle indirizzate contro la giovane attivista rapita e in Africa e liberata dopo oltre un anno e mezzo, delle quali De Rose si è poi pentito, chiedendo scusa con un secondo post nel quale ha parlato di battuta alla Charlie Hebdo. Ma la marcia indietro non ha spento le polemiche.
Parole al limite del reato penale
«Fa orrore pensare che chi utilizza i social per lanciare messaggi misogeni e violenti al limite del reato penale abbia ricoperto anche ruoli istituzionali importanti nella nostra città» ha commentato Antonella Veltri, presidente di D.i.re - Donne in rete contro la violenza la quale ha anche preannunciato la richiesta di un intervento da parte dell'ordine degli avvocati cui lo stesso De Rose è iscritto.
Associazioni mobilitate
Altre associazioni per la difesa dei diritti delle donne, tra le quali What Woman Want hanno preannunciato la sottoscrizione di un documento di protesta che sarà diffuso nelle prossime ore.