Due medici della casa di cura Villa degli Oleandri, Giorgio Granieri e Giorgio Crispino, e tre operanti nel pronto soccorso dell'ospedale dell'Annunziata, Giovanna Scarcello, Domenica Niccolò e Natalia Spadafora, sono stati rinviati a giudizio dal Gip del tribunale di Cosenza Piero Santese. Sono accusati di omicidio colposo per aver provocato, con la loro condotta negligente, il decesso di Lucia Vera Carlomagno. I fatti risalgono al dicembre del 2017. La donna, ricoverata nella clinica mendicinese per una psicosi cronica-schizofrenica da oltre quarant'anni, secondo quanto accertato dal medico legale Bernardo Cavalcanti, incaricato di eseguire l'autopsia, è morta per le conseguenze di una occlusione intestinale.

Patologia sottovalutata

Affetta da stipsi cronica, per diversi giorni non aveva evacuato e le feci, dal tratto dell'intestino retto erano risalite fino all'esofago ed al cavo orale. Tra il 19 ed il 21 dicembre 2017 - scrive il giudice nel decreto di rinvio a giudizio - i medici della casa di cura Granieri e Crispino, sottovalutarono il quadro clinico «non controllando se l'evacuazione fosse regolare e, dunque, consentendo che si creassero le condizioni per l'occlusione inestinale», mentre i medici del pronto soccorso, dove la donna è giunta il 21 dicembre, secondo il magistrato avrebbero omesso di reidratare la paziente, di prescrivere il posizionamento di un sondino nasogastrico e di richiedere esami ecografici ed una consulenza chirurgica, tutte condotte che, si legge nel decreto, «se poste in essere, avrebbero evitato lo squilibrio elettrolitico dovuto all'occlusione intestinale in atto».

Il processo si aprirà a novembre

Gli imputati sono difesi dagli avvocati Antonio Liuzzi, Domenico De Maio, Gianluca Serravalle del Foro di Cosenza e dall'avvocato Antonio Cordova del Foro di Reggio Calabria. Si è costituito parte civile il fratello della vittima, Mario Carlomagno, rappresentato dall'avvocato Oscar Musacchio. Si andrà in aula il 12 novembre prossimo.