Francesco Luigi Branda lascia il Palazzo di Giustizia e approda in Cassazione. I vertici corrono ai ripari attingendo dalle altre sezioni. Al penale arriverà un nuovo magistrato che dovrà colmare in parte la carenza d'organico
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Il giudice Francesco Luigi Branda nel tardo pomeriggio di ieri ha sostanzialmente detto addio al tribunale di Cosenza. Il togato infatti ha celebrato il suo ultimo processo collegiale nel Palazzo di Giustizia e si appresta a salutare la città dei bruzi per prendere servizio dal 3 aprile prossimo alla Suprema Corte di Cassazione.
La proposta della terza commissione è stata approvata di recente dall'assemblea plenaria di Palazzo Bachelet, che in una delle ultime sedute ha ratificato il trasferimento del giudice Branda, giunto in Cassazione a seguito dello scorrimento della graduatoria. È senza dubbio un passaggio importante per il magistrato cosentino apprezzato da tutti: dai suoi colleghi e dall'avvocatura. Branda inoltre componeva il collegio giudicante di "Reset". Non sarà applicato al processo contro la 'ndrangheta cosentina. Al suo posto quindi ci sarà un altro giudice della sezione penale dibattimentale. Il nome è stato individuato nelle scorse ore e affiancherà il presidente Carmen Ciarcia e il giudice a latere Urania Granata già dalla prossima seduta prevista per il 4 aprile 2024. E qui iniziano i dolori.
Com'è noto il maxi processo "Reset" ha stravolto l'organizzazione del tribunale di Cosenza. Organizzazione già lacunosa a causa della carenza di giudici, di cui abbiamo parlato in precedenti servizi giornalistici. La situazione dunque è grave ma non è seria. Solo pochi mesi fa, per permettere lo svolgimento degli altri processi, sia quelli collegiali che quelli monocratici, il presidente del tribunale Maria Luisa Mingrone aveva proceduto a trasferire, nell'ambito del concorso interno, un giudice della sezione civile al penale. Un'applicazione che tuttavia non sarà permanente, ma è temporanea. E tra pochi mesi il quadro potrebbe essere ancora più drammatico se non ci sarà un cambio di passo.
Non è una priorità
Il cambio di passo di cui parliamo è anche legato alle decisioni del Consiglio Superiore della Magistratura che, per le vie brevi, ha fatto sapere che non ci sarebbero le condizioni per bandire un concorso a livello nazionale relativamente al tribunale di Cosenza. Ci sono altri Tribunali su cui intervenire e quello bruzio, vista la pianta organica generale, non sarebbe una priorità per le alte sfere di Palazzo Bachelet. I tribunali di Crotone, Lamezia Terme e Vibo Valentia hanno molti più problemi da questo punto di vista. Ma c'è anche da dire che spesso i posti rimangono vacanti perché i magistrati difficilmente inseriscono nelle loro preferenze questi presidi di legalità. Chi sceglie le sedi disagiate (calabresi e non), il più delle volte dopo tre anni, come prevedono le norme, saluta tutti e se ne va. Cosenza, invece, potrebbe essere il luogo adatto per rimanere a lungo.
Intanto, per ovviare all'assenza per diverso tempo di un altro giudice penale che, come detto, seguirà "Reset", i vertici del tribunale, in particolare i responsabili degli uffici semi-direttivi, hanno deciso di attingere dalle altre sezioni. Si tratta ovviamente di una soluzione tampone che prima o poi dovrà essere affrontata in modo definitivo anche in previsione di eventuali altre inchieste antimafia che potrebbero essere della stessa portata (in termini numerici) dell'attuale processo contro la 'ndrangheta cosentina.