I tre denunciati e multati per una manifestazione non autorizzata nel centro storico, teatro di continui crolli. I comitati di quartiere cercano ciclicamente di far rivivere il posto dando vita ad attività e iniziative culturali. Caruso: «Necessario garantire la libertà di manifestazione del pensiero» (ASCOLTA L'AUDIO)
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È una presa di posizione di una certa portata quella che il sindaco Franz Caruso ha adottato in mattinata. Ha prevalso l’indole garantista che, da avvocato penalista, caratterizza la sua esperienza professionale. Senza troppi giri di parole si è schierato al fianco di tre attivisti a cui nei giorni scorsi è stato recapitato un decreto penale con in allegato una multa di 1180 euro ciascuno. Per la Questura di Cosenza si è resa necessaria la denuncia dopo una “manifestazione non autorizzata”, divenuta tale per le forze dell’ordine a causa di una mancata comunicazione preventiva nei termini previsti dalla legge. Altro non era, tuttavia, che una semplice passeggiata tra i vicoli della città vecchia, finalizzata a sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica su edifici pericolanti, sporcizia e degrado.
Caruso: «Garantire la libertà di espressione»
«All’epoca dei fatti - ha detto Franz Caruso - non ero ancora sindaco e potrei, proprio per questo, disconoscere i particolari dell’iniziativa degli attivisti del comitato “Sesto senso di marcia”. Mi sembra, però, dalle notizie che apprendo dalla stampa, che si sia trattato di una manifestazione pacifica e priva di conseguenze, sia per l’ordine pubblico che per la pubblica incolumità. Non posso fare a meno di esprimere una posizione di garanzia a favore della libertà di manifestazione del pensiero e quindi anche di quella tesa ad esprimere il proprio dissenso. In una società democratica come la nostra sarebbe impensabile censurare aprioristicamente i contributi alla discussione ed alla riflessione, soprattutto quando, come nel caso specifico, siano finalizzati a richiamare pacificamente l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni su questioni e problematiche che riguardano aree degradate e bisognevoli di interventi. La libertà di manifestazione del pensiero, costituzionalmente garantita, reca in sé, come diretta conseguenza, che anche la libertà di esprimere il proprio dissenso goda della medesima tutela».
La posizione degli attivisti
Il caso nei giorni scorsi era stato segnalato proprio dagli attivisti destinatari del provvedimento, che hanno espresso tutta la loro perplessità per «una manifestazione che non ha interrotto ed occupato vie, non ha bloccato nessun servizio, non ha causato nessun disagio».
I fatti risalgono al 29 luglio scorso, quando il comitato del Centro Storico di Cosenza organizzò una passeggiata per mostrare a qualche decina di persone i vicoli dissestati e i palazzi che crollano. Alcuni residenti aprirono perfino le porte delle proprie abitazioni affinché si testimoniasse senza intermediazioni la realtà dei fatti. Insomma, più che un atto politico si trattò di una richiesta di aiuto.
Un tempo fulcro della movida
Incuria e crolli, eppure il centro storico di Cosenza avrebbe tutto ciò che serve per brillare di luce propria. Il mito, la leggenda, l’architettura e la cultura popolare rendono Corso Telesio e i suoi vicoli un luogo dove racconto e narrazione storica si intrecciano. I comitati spontanei di quartiere, nati negli ultimi anni per denunciare il degrado e creare un dibattito a riguardo, cercano ciclicamente di far rivivere il posto. Ad inizio degli anni 2000 Piazza Duomo era il clou della movida, prima che questa si spostasse dall’altra sponda del Busento e poi perfino oltre Campagnano, a Rende. Mese dopo mese sono sorte però attività autofinanziate e autogestite.
Cosenza Vecchia “vive” grazie ai comitati
Esempio lampante è l’apertura di un ambulatorio popolare nel quale prestano servizio medici a titolo gratuito, dove si fa distribuzione farmaci e si presta supporto psicologico. Nel centro storico sorge Oncomed, associazione che mette a disposizione esperienze e professionalità di specialisti in Oncologia ed altre branche della medicina. È stata creata, inoltre, una galleria d’arte dove vengono alimentate iniziative culturali, lettura libri e spettacoli teatrali. Tali laboratori sono a disposizione di tutti, totalmente gratis in luoghi occupati. Sono tante le associazioni che fanno parte della Rete del Centro Storico, come quella Santa Lucia o San Pancrazio, che si prodigano nel dopo scuola per i ragazzi del quartiere. A settembre, in prossimità della prima campanella, la onlus Niki Aprile Gatti si fa carico invece della distribuzione di materiale didattico e di cancelleria.
Le proposte sui crolli
Dalla sinergia di una trentina di sigle è stata realizzata una mappatura degli stabili pericolanti per contribuire alla messa in sicurezza del luogo. Il problema più grande, tuttavia, riguarda lo status degli stessi: proprietà private abbandonate dove l’intervento pubblico non è previsto se non a margine di lungaggini burocratiche. Diverse in passato le ordinanze firmate dagli amministratori che intimavano ai proprietari di intervenire. Ordinanze spesso evase e che hanno dato luogo a procedimenti penali. Una delle proposte avanzate dai comitati è un “Piano del Centro Storico”, una sorta di piano regolatore ad hoc in cui verrebbero dichiarati di pubblica utilità una serie di edifici. Da qui - sostengono gli ideatori - sarebbe più semplice procedere all’esproprio e garantire a Cosenza Vecchia una legislazione speciale come a Matera.
L’endorsement di Orrico
A prendere posizione sulla questione è stata anche la deputata del M5s Anna Laura Orrico. «La libera manifestazione del dissenso - ha scritto in un post - quando essa è civile e fuori da ogni contesto di violenza, rappresenta uno degli ingredienti della democrazia. Soprattutto quando la pubblica denuncia riguarda una ferita cocente per tutta una comunità, per una città intera. Il centro storico di Cosenza, purtroppo, soffre di molte, moltissime, problematiche e denunciarle pacificamente - come fatto da alcuni attivisti operanti da anni nel quartiere -, alla luce del sole, con una semplice “passeggiata” in una zona tormentata costituisce, a mio avviso, una forma di sensibilizzazione alla questione che instrada i cosentini verso la consapevolezza che il cuore antico della nostra città soffre e la gente è in pericolo. Tutti i giorni. Nel pieno rispetto del lavoro delle forze dell’ordine - conclude la deputata pentastellata-, mi auguro che il “cortocircuito” venutosi a creare possa essere prontamente risolto con il massimo del buonsenso. Le case del centro storico crollano e la responsabilità non può essere di chi chiede aiuto».