Il tribunale collegiale presieduto dal giudice Carmen Ciarcia ha escluso ogni responsabilità penale nei suoi confronti e in quelli dell'imprenditore Francesco Gallo
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Cade l’accusa di corruzione per Maximiliano Granata, presidente del Consorzio Valle Crati. La sentenza è stata emessa oggi, 26 aprile, dal tribunale collegiale di Cosenza, presieduto dal presidente Carmen Ciarcia (giudici a latere Stefania Antico e Iole Vigna). La procura di Cosenza, nel corso dell’ultima udienza, aveva invitato il tribunale a rivalutare l’ordinanza con cui erano state dichiarate inutilizzabili le intercettazioni telefoniche tra Granata e l’imprenditore Francesco Gallo, titolare di un ristorante, perchè derivavano da un altro procedimento.
Maximiliano Granata, difeso dagli avvocati Gianluca Garritano e Angelo Pugliese, e Francesco Gallo, difeso dall’avvocato Andrea Trevisan, sono stati assolti con formula ampia. Al termine dell’istruttoria dibattimentale infatti anche la pubblica accusa, rappresentata dal pm Donatella Donato, aveva invocato l’assoluzione, sostenuta soprattutto dalla difesa del presidente di Valle Crati.
In origine, tuttavia, la procura di Cosenza riteneva che Maximiliano Granata avesse procurato «a Francesco Gallo un ingiusto vantaggio patrimoniale costituito nel disporre -, a spese della pubblica amministrazione, che subiva un danno» lo spazzamento di luoghi privati riconducibili allo stesso Gallo. Tutto ciò sarebbe stato fatto in cambio di voti nelle elezioni comunali di Cosenza del 2016, in quanto a sostegno di Mario Occhiuto era candidato il fratello dell’imputato, Vincenzo Granata, poi eletto in Consiglio comunale.