Trentatrè condanne, di cui una all'ergastolo, e due assoluzioni. É questa la sentenza emessa dal Gup distrettuale di Catanzaro, Carlo Saverio Ferraro, a conclusione del processo con rito abbreviato, denominato "Nuova famiglia", a carico della cosca cosiddetta "degli zingari" di Cosenza.


Accogliendo la richiesta del pm della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni, il gup ha condannato all'ergastolo Maurizio Rango, considerato il capo dell'organizzazione criminale, accusato di associazione mafiosa e dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere di Luca Bruni, scomparso nel gennaio del 2012, il cui scheletro venne trovato in un casolare nei pressi di Castrolibero (Cosenza). Rango é considerato al vertice della cosca Rango-Abbruzzese frutto dell'alleanza con la criminalità organizzata nomade.

 

Il nuovo gruppo criminale scaturito dall'alleanza sarebbe riuscito in poco tempo ad assumere il controllo, in tutto il territorio di Cosenza, degli affari legati alle estorsioni, al traffico di droga e degli appalti pubblici, gestendo anche l'occupazione abusiva di alloggi popolari che venivano poi rivenduti.