La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di Saverio Pellicanò e Antonino Caridi, difesi dagli avvocati Carmelo Chirico e Antonio Managò, e tratti in arresto nell’ambito dell’inchiesta “Libro nero” che ha svelato gli interessi della cosca Libri nella città di Reggio Calabria nonché i rapporti con la politica.

Per i giudici della Suprema Corte, dunque, le motivazioni portate dal Riesame per giustificare la misura emessa dal gip non sono sufficienti. Da qui la decisione di un annullamento con rinvio affinché si pronunci nuovamente il Tribunale della Libertà reggino, tenendo in considerazione i rilievi dei giudici romani.

La posizione di Caridi

Secondo la pubblica accusa, Antonino Caridi sarebbe il promotore, dirigente ed organizzatore dell’associazione, svolgendo compiti direttivi ed organizzativi ed in particolare operando all’interno della cosca “Borghetto-Caridi-Zindato”, articolazione di quella dei Libri. Stando a quanto ricostruito dalla Dda di Reggio Calabria, Caridi avrebbe dato indicazioni operative agli altri associati, ma avrebbe pure comunicato con l’esterno attraverso l’intermediazione di Saverio Pellicanò, Rosa Libri e l’avvocato Giuseppe Putortì. Fra le accuse anche quelle di aver sollecitato il pagamento di somme di denaro; aver amministrato i beni costituenti il provento delle attività criminali.

La posizione di Pellicanò

Saverio Pellicanò viene ritenuto il principale collaboratore di Caridi, preposto, fra l’altro, a curare gli interessi economici di Caridi, a garantire i rapporti con i fittizi intestatari economici; a ricevere, decifrare e divulgare i messaggi provenienti da Caridi durante la sua detenzione carceraria e mantenere i rapporti con l’avvocato Giuseppe Putortì. Pellicanò avrebbe inoltre assicurato ai familiari del detenuto supporto economico e assistenza quotidiana.

Dal Riesame alla Cassazione

Ora, però, c’è da capire come la Dda affronterà il nuovo Riesame. Occorrerà leggere con attenzione le motivazioni della Cassazione che ha dato ragione alle tesi difensive. E se anche il Riesame dovesse decidere per un annullamento della misura, si tratterebbe comunque di una decisione destinata a pesare nell’economia del procedimento “Libro nero”.