Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
A poche ore dall’inizio del processo che la vede imputata, Francesca Immacolata Chaouqui, si lascia andare ad un amaro sfogo sul suo profilo Facebook. Respingendo tutte le accuse contesta al Vaticano la mancata autorizzazione di affidare la sua difesa all’avvocato Giulia Bongiorno.
‘Prego e mi chiedo la ragione per cui Gesù mi sta sottoponendo a questa prova.
Saremo in sei domani. C'è un mini imputato di 17 millimetri che con sua madre andrà in aula senza il suo avvocato di fiducia: Giulia Bongiorno a cui avevo scelto di affidare nn un processo penale ma quello all'anima di una cristiana che per il Papa avrebbe dato la vita e che ora è accusata di averlo tradito. L'avevo fatto non solo perché Giulia è l'avvocato più bravo d'Italia, ma per l'umanità, la forza, il coraggio di questa donna. Una di quelle persone con cui affronteresti le tempeste. Una che tiene la barra dritta sempre. Leale, forte, eppure dolce. Un gigante come le dico sempre.
A lei affiderei il mio destino senza pensarci. E domani nella prova più dura della mia vita e di quella della mia famiglia il Vaticano mi manda senza di Lei. M'avessero mutilato di un braccio avrebbero ottenuto lo stesso risultato.
Domani ripresento l'istanza per avere il mio difensore al mio fianco in questa prova, se non l'accolgono il Vaticano si macchierà del delitto di avermi negato in un processo di importanza vitale l'unica persona che avrei voluto con me’.
Membro della commissione di studio e indirizzo sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede, istituita nel luglio 2013, Francesca Immacolata Chaouqui era stata tratta in arresto lo scorso 2 novembre con l’accusa di aver ‘passato’ documenti riservati ai due autori dei libri d’inchiesta "Via Crucis" e "Avarizia” dei giornalisti Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi.
Sono cinque i rinvii a giudizio al termine dell’indagine: oltre alla Chaouqui, monsignor Lucio Vallejo Balda, il suo collaboratore Nicola Maio, e i giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, autori rispettivamente dei libri ‘Via Crucis’ e ‘Avarizia’, da cui è scaturita l’inchiesta.