Chiude con una leggera variazione positiva il bilancio di esercizio 2022 della Regione Calabria. Lo si legge nel giudizio di parifica del rendiconto generale emesso dalla sezione giurisdizionale di controllo della Corte dei Conti. Al 31 dicembre 2022 il risultato è pari - 67 milioni, in lieve miglioramento rispetto al risultato dello scorso anno pari a -79 milioni.

Resistono tuttavia ancora molte criticità. Secondo quanto si legge nella relazione della presidente della sezione controllo, Rossella Scerbo, le procedure esecutive subite dalla Regione nell'anno 2022 conseguentemente a pignoramenti sono pari a. 2.035 per una spesa pari a 24 milioni di euro. Il maggior numero sono riferibili al dipartimento Agricoltura.

Per quel che riguarda l'indebitamento delle scritture contabili risulta che al 31 dicembre 2022 i debiti da finanziamento ammontano a 1 miliardo e 313 milioni di euro evidenziando una diminuzione rispetto allo scorso anno. Diminuzione che si attesta a - 183 milioni.

Per quel riguarda il settore sanitario nell'analisi dei bilanci la sezione controllo ha riscontrato una violazione del principio di contabilità. «Talune aziende del servizio sanitario calabrese - si legge nella relazione - da diversi esercizi - quasi per consuetudine - dopo aver adottato e pubblicato in bilanci consuntivi li riaprono asseritamente dopo che la Regione provvede al riparto del fondo sanitario regionale indistinto. Anche per l'esercizio 2022 sì è riproposta la medesima situazione con riferimento alle asp di Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone».

Luci e ombre invece nella gestione della spesa regionale per il procuratore regionale della Corte dei Conti Ermenegildo Palma che nella sua requisitoria prende atto del «positivo avvio di iniziative di riconduzione alla normalità nella amministrazione della sanità e di conto un andamento della spesa senza le significative accelerazioni auspicate».

«Gli investimenti operato a seguito della programmazione nei settori strategici hanno scarsamente inciso sulla riconfigurazione dei servizi pubblici utili alla crescita del benessere reale. Anche per l'anno 2022 è evidente la persistenza lentezza delle procedure di realizzazione delle infrastrutture e delle iniziative funzionali a fare uscire la Calabria dal novero delle cosiddette aree svantaggiate». 

«Resta sullo sfondo il rischio di non cogliere appieno le eccezionali condizioni di sviluppo offerte dal Pnrr, dal contestuale avvio del nuovo programma 2021/2027 e dai programmi nazionali per la creazione di infrastrutture strategiche per l'avvio di una gestione ordinaria e normale» ha detto il procuratore nella requisitoria. Per il procuratore poi vi sono irregolarità nella gestione della libera professione e si registra solo il parziale raggiungimento degli obiettivi finanziati con fondi covid.

Sul versante della spesa dei fondi comunitari per il ciclo 2014/2020 il procuratore evidenzia come: «L'avanzamento della spesa registrato al 30 settembre 2023 non appare in alcun modo né significativo, né decisivo per la modesta entità e conferma le criticità già evidenziate dalla Procura regionale e che avrebbero dovuto consigliere un deciso cambio di marcia nella gestione».

«Pertanto al fine di azzerare il gap di spesa stimato, di assicurare la regolare chiusura del programma ed impedire il disimpegno automatico delle ingenti risorse non utilizzate, l'amministrazione regionale ha indicato misure di accelerazione per le risorse ancora non spese entro la data di eleggibilità del programma. Ad oggi per conseguire il target di spesa previsto per l'annualità 2023 la regione Calabria deve effettuare e certificate entro il prossimo 31 dicembre 2023 spesa per circa 600 milioni di euro di cui, considerato il tasso di cofinanziamento nazionale, circa 400 milioni di euro di risorse comunitarie».