L'ex presidente di sezione della Corte d'Appello di Catanzaro, Marco Petrini, è stato rinviato a giudizio dal gup del Tribunale di Salerno nell'ambito del procedimento penale che lo vede indagato per il reato di corruzione in atti giudiziari aggravata dalle modalità mafiose.

La promessa di denaro

L'ex magistrato, difeso dall'avvocato Francesco Calderaro, è infatti accusato di aver accettato una somma di denaro dall'avvocato Giancarlo Pittelli per ottenere la revoca di un provvedimento di confisca emesso dal Tribunale nei confronti nel suo assistito Rocco Delfino, imprenditore ritenuto legato alla cosca Molè-Piromalli. Secondo la ricostruzione, Pittelli «sfruttando le proprie relazioni istituzionali per la risoluzione della vicende giudiziarie di Rocco Delfino avrebbe promesso a Marco Petrini una somma di denaro da corrispondersi all'esito della invocata pronuncia».

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L'arresto di Pittelli

In realtà, lo scambio di denaro non sarebbe nei fatti avvenuto per via dell'arresto di Giancarlo Pittelli, nell'ambito dell'operazione Rinascita Scott, scattata nel dicembre del 2019. Stralciata, invece, la posizione del penalista catanzarese (difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Guido Contestabile) «nei cui confronti si procede separatamente» assieme all'imprenditore Rocco Delfino, secondo quanto si legge nel decreto di rinvio a giudizio.

L'udienza

Nell'udienza di ieri è stata infatti anche modificato il capo d'imputazione. L'accordo tra il magistrato e l'avvocato sarebbe maturato già fin dal giugno del 2018 ma la consegna formale del ricorso per la revoca della confisca sarebbe stata differita fino a quando non si fosse ottenuta l'adesione di Petrini all'operazione che sarebbe stata «condivisa ed appoggiata dal Delfino disposto ad investire la somma di 10mila euro per il buon esito del ricorso».

La ricostruzione

Petrini avrebbe poi omesso di dichiarare inammissibile l'istanza - a causa di una serie di errori formali - fissando la data dell'udienza per la trattazione della causa. Qualche giorni prima Pittelli avrebbe «compulsato nuovamente Petrini circa l'esito della procedura riferendo al cliente Delfino "di aver parlato con il Presidente" Petrini, il quale però non avrebbe potuto dargli rassicurazioni. Infine, nel novembre del 2019, in occasione di un ulteriore incontro Petrini avrebbe accettato da Pittelli la promessa della consegna di una somma di denaro quale corrispettivo della revoca del provvedimento di confisca dei beni di Rocco Delfino.

Il rinvio a giudizio

Secondo il gup del Tribunale di Salerno «gli elementi acquisiti consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna dell'imputato». In ragione di ciò, è stato disposto il rinvio a giudizio. Il processo si aprirà il prossimo 4 dicembre. Nel marzo scorso, Petrini era stato sentito dal gip nella formula dell'incidente probatorio, su richiesta della Dda di Salerno, avvalendosi però della facoltà di non rispondere.