Coindagato nell'inchiesta è anche l'avvocato catanzarese, Giancarlo Pittelli, il quale gli avrebbe promesso una somma di denaro per ottenere la revoca di un provvedimento di confisca
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L'ex presidente di sezione della Corte d'Appello di Catanzaro, Marco Petrini, è rimasto in silenzio dinnanzi al gip del Tribunale di Salerno che aveva accolto la richiesta formulata dalla Dda di interrogarlo nella forma dell'incidente probatorio.
L'udienza odierna si inquadra nell'ambito del procedimento penale che vede coindagati Marco Petrini e l'avvocato catanzarese, Giancarlo Pittelli, per il reato di corruzione in atti giudiziari aggravata dalle modalità mafiose.
L'indagine
Secondo l'ipotesi della Procura salernitana, Pittelli nel tentativo di «risolvere le vicende giudiziarie coinvolgenti l'imprenditore Rocco Delfino» avrebbe promesso a Marco Petrini una somma di denaro non precisata «quale corrispettivo della revoca del provvedimento di confisca dei beni di Rocco Delfino, imprenditore legato alla cosca Molè-Piromalli da corrispondersi all'esito della invocata pronuncia».
La presunta corruzione
Tuttavia, la dazione di denaro non si sarebbe poi consumata a causa dell'arresto dell'avvocato catanzarese, nell'ambito dell'inchiesta Rinascita-Scott, avvenuta nel dicembre del 2019. In particolare, l'ex magistrato avrebbe «omesso di dichiarare inammissibile la richiesta di revocazione, erroneamente proposta alla Corte d'Appello di Catanzaro piuttosto che a quella di Reggio Calabria».
Modalità mafiose
Una ipotesi corruttiva aggravata dall'aver agito al fine di «agevolare la cosca di 'ndrangheta Molè-Piromalli alla quale Delfino era legato sostenendo le spese legali di Pino Piromalli detto "facciazza" esponente apicale dell'organizzazione nei procedimenti in cui era assistito dall'avvocato Pittelli».
In silenzio
La Dda di Salerno aveva chiesto di sentire l'ex presidente di sezione della Corte d'Appello sia a seguito dell'udienza di Rinascita Scott, in cui lo scorso novembre si era avvalso della facoltà di non rispondere, sia in seguito al fatto che il magistrato «non ha mai inteso rendere interrogatorio nell'ambito del procedimento».
Facoltà di non rispondere
Anche in questo caso però Petrini (difeso dall'avvocato Francesco Calderaro) ha scelto la strada del silenzio. In udienza era presente anche il coindagato Giancarlo Pittelli (assistito dagli avvocati Salvatore Staiano e Guido Contestabile), di recente tornato in libertà a seguito della revoca della misura degli arresti domiciliari disposta dal Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, dove è indagato nell'ambito dell'inchiesta della Dda denominata Mala Pigna per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.