Domani l’attesa udienza nella quale si discuterà la posizione dell’ex consigliere regionale del Pd. La difesa confida nella revoca del divieto di dimora in Calabria
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Il caso delle Terme Luigiane di Guardia Piemontese sarà al centro dell’udienza davanti al tribunale di Catanzaro, dove domani, martedì 24 gennaio 2023, si discuterà la posizione cautelare dell’ex consigliere regionale del Partito democratico Giuseppe Aieta, raggiunto di recente da un’ordinanza del gip di Paola Mariarosaria Mesiti, nell’ambito dell’indagine per corruzione, tentata estorsione, truffa e falso, portata avanti dall’ufficio inquirente guidato dal procuratore Pierpaolo Bruni.
Giuseppe Aieta, infatti, si trova ad oggi lontano dalla nostra regione, avendo il gip applicato all’ex sindaco di Cetraro, la misura cautelare del divieto di dimora in Calabria, per aver promesso favori in cambio di voti relativamente alle Elezioni Regionali del 2020, che si sono svolte il 26 gennaio 2020. Qualche settimana dopo Aieta e altri soggetti indagati nel procedimento penale, già chiuso per il filone investigativo che riguarda la costa tirrenica, erano stati convocati dai magistrati di Paola per sottoporsi all’interrogatorio di garanzia. Da quel giorno sono passati quasi tre anni, con il provvedimento cautelare emesso dopo la fine delle festività natalizie. Oggi, però, è un passo importante dell’inchiesta contro Giuseppe Aieta.
Detto che gli indagati – come evidenziato dal gip Mesiti – non erano a conoscenza del fatto che fossero intercettati, ma le loro parole dovevano essere intese come deduzioni rispetto a un interrogatorio verificatosi al termine della competizione elettorale, la procura di Paola è convinta della bontà del castello accusatorio. Già in fase di richiesta di misura cautelare, l’ufficio inquirente tirrenico aveva formulato istanza di carcerazione per tutti gli inquisiti, ritenendo molto grave che Aieta avesse messo a disposizione la funzione pubblica per meri interessi personali. Convinzione investigativa corroborata dalle intercettazioni contenute nell’ordinanza cautelare che, dal punto di vista accusatorio, dimostrerebbero come Giuseppe Aieta perseguisse uno scopo ben preciso. Presunte condotte illecite, che travalicano dal ruolo istituzionale e politico che legittimamente viene portato avanti da chi si occupa delle questioni che affliggono in certi i casi i lavoratori - come nel caso dei dipendenti della Sateca Spa, che si sarebbero protratte nel tempo - coinvolgendo diverse figure che sono parte integrante dell’inchiesta rimasta a Paola.
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Chi votava Aieta, secondo la procura, lo faceva soltanto perché quest’ultimo si era interessato alle vicende di portata “sociale” che avrebbero dovuto garantire un servizio di pubblica utilità per tutta la provincia di Cosenza e non solo. È noto infatti che le Terme Luigiane di Guardia Piemontese da anni sono state un punto di riferimento per coloro i quali villeggiavano nella costa tirrenica dal mese di giugno al mese di agosto. Un centro di eccellenza, possiamo dire.
L’intento di Aieta, tuttavia, era quello di tenere in vita le attività termali, avendo capito che l’unica strada da seguire, almeno nella fase iniziale, era di ottenere una proroga dalla Regione Calabria, mentre non sarebbe stata percorribile la strada della Legge regionale, voluta fortemente dai comuni. Nelle intercettazioni, inoltre, c’è più di uno che “rinfaccia” ad Aieta di averlo votato e non mancano i dissapori politici tra le varie anime del Partito democratico. Messaggi al vetriolo che, secondo la linea difensiva, non dipingerebbe la situazione reale per come si era sviluppata in fase antecedente alla competizione elettorale, di carattere regionale, del 2020. Alcune promesse di voti sarebbero rimaste tali e talune non sarebbero da circostanziare nel 2020, ma in epoca precedente.
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La difesa di Aieta, rappresentata dall’avvocato Vincenzo Adamo, confida in un annullamento della misura. La palla ora passa al Tdl di Catanzaro che dovrà esprimere un giudizio sull’operato della procura e del gip di Paola, valutando nel contempo le istanze difensive. Entro cinque giorni sarà emesso il verdetto.