Gianfranco Ramundo, sindaco di Fuscaldo, è stato rinviato a giudizio questa mattina dal giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Paola, Roberta Carotenuto.

 

L'uomo era stato arrestato dalla guadia di Finanza nel novembre 2018 nell'ambito di un'inchiesta che portò alla luce la presunta corruzione negli apparati amministrativi e che gli inquienti denominarono "Merlino". Le persone indagate, tra cui altri amministratori, furono in tutto venti, poi diciannove con lo stralcio di una posizione.

 

Le accuse mosse dalla procura di Paola furono, a vario titolo, corruzione, tentata concussione, indebita induzione a dare o a promettere, peculato, turbative di gare pubbliche e di procedimenti di scelta dei contraenti della Pubblica Amministrazione e falso ideologico. Il primo cittadino fuscaldese, però, si è definito sempre innocente e mentre si tovava detenuto cominciò lo scipero della fame sostenuto di aver subito un'ingiustizia.

Dieci persone rinviate a giudizio

Delle diciannove persone indagate, quattro soltanto hanno scelto di essere processati con rito abbreviato. Si tratta di Salvatore Fidotti, Antonietta Caputo, Sergio Gioia, Luigi De Simone. Gli ultimi tre sono stati assolti «perché il fatto non sussiste», mentre Fidotti è statocondannato e sei mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 120 euro, oltre che al pagamento delle spese processuali e di custodia cautelare. Degli imputati che invece hanno scelto il rito ordinario, dieci, compreso Ramundo, andranno a giudizio il prossimo 24 marzo. Tra loro anche il vicesindaco Paolo Cavaliere e l'assessore Paolo Ercole Fuscaldo.