«Certo che sono preoccupato, ma il tampone non c'è motivo che io lo faccia». Risponde così, sull'uscio di casa da dove non si può muovere, un pensionato di Sinopoli che abita proprio sul confine della zona rossa, a pochi metri dal posto di blocco invalicabile per chiunque non abbia una giustificazione certificata. È fatta anche di questa sospensione tra paura e richieste di informazione più precise alle autorità, magari anche obblighi – la vita nel piccolo centro aspromontano chiuso, dal 5 ottobre scorso, dalla presidente Jole Santelli. Dai 13 contagi del primo giorno, si è saliti ai 43 di ieri e – visto che il tampone rimane facoltativo, ma in queste ore secondo alcune indiscrezioni lo screening dovrebbe essere esteso a tutti – in questa condizione si rimane con il fiato sospeso anche per lo stato di salute dei 6 ricoverati.

Sinopoli zona rossa

«Oggi c'è più senso di responsabilità», ammette Pietro Condrò, un volontario della protezione civile cittadina, autorizzato a stare nella zona rossa per il suo lavoro di assistenza agli operatori sanitari che operano sotto il gazebo sistemato in piazza. Non sono parole a caso quelle che usano i sinopolesi, vista l'ormai nota polemica intorno alla partecipazione di massa al matrimonio – nella vicina Sant'Eufemia d'Aspromonte – che sarebbe all'origine dello scoppio di un focolaio che ora preoccupa anche la cittadina che dista pochi km.

La situazione a San’Eufemia

«Certo che c'è paura anche qui – ammette una barista eufemiese – so anche che diversi genitori hanno protestato perchè qui da noi le scuole non sono ancora chiuse». Si invidia il modello Sinopoli, fatto di una zona rossa ferrea – la prima in questa fase di seconda ondata – che impedisce ai negozi di aprire, tranne la farmacia e le rivendite di generi alimentari, e tiene chiuso perfino il municipio considerato focolaio nel focolaio visti i tre dipendenti risultati positivi. A Sant'Eufemia d'Aspromonte, che col comune limitrofo condivide un presente senza guida politica dell'ente – commissariati dopo lo scioglimento per mafia del Consiglio – sono stati posti in quarantena gli alunni di 4 classi del Comprensivo. «Siamo preoccupati e fiduciosi – urla una mamma incontrata all'ingresso della scuola, intenta a dialogare con il personale scolastico affacciato alle finestre – non abbiamo alternativa finchè il resto della scuola rimane aperto». Sulla capacità di contenere il contagio di Sinopoli, la Regione si gioca molte carte della sua credibilità visto che vi sono scuole della zona marina del Reggino – a Bagnara e a Palmi – che hanno delle classi poste in quarantena per via del rischio contagio importato da studenti provenienti da Sinopoli.