Né la zona rossa dichiarata per l’area che ospita i migranti, né la chiusura di una scuola dopo la scoperta di un tampone positivo, riescono ad arrestare l’impennata dei contagi, e il sindaco di Rosarno impedisce uno degli assembramenti calabresi più peculiari: chiude il cimitero per 11 giorni a cavallo della ricorrenza dei defunti.

 

Visite al caro estinto vietate, da giovedì prossimo, perché la seconda ondata locale preoccupa e non poco. «Prima dell’estate – ricorda Giuseppe Idà, primo cittadino di un centro di 16.000 abitanti – ci eravamo fermati ad un numero massimo di 4 contagiati, oggi siamo già a 40».

 

Una ventina dei quali erano stati individuati nel campo container che ospita i migranti, struttura la cui chiusura – prolungata dalla Regione fino al 26 ottobre – dimostra come le autorità fatichino a contenere la propagazione del covid 19. Incidenza elevata, che il sindaco monitora con i medici di base, che giornalmente gli attestano come «le sottovalutazioni principali sono proprio quelle in cui cadono le famiglie».

 

Il Comune ha potenziato i controlli e non esclude un inasprimento delle sanzioni, perché l’allarme sta colpendo anche il mondo scolastico. «Abbiamo dovuto chiudere una delle scuole Primarie e una classe di un altro istituto – prosegue il sindaco – e purtroppo l’Asp sta ritardando nella somministrazione dei tamponi, fatto che rende ancora più esasperata la popolazione che deve aspettare in quarantena. Ho sollecitato l’Asp ad accelerare, confido di poter riscontrare un esito positivo dopo la comunicazione».