La rivolta dei cittadini e i rischi per la salute spingono l'esecutivo a trovare soluzioni alternative. Sarebbe stata avviata una procedura veloce per trovare un'imbarcazione da destinare ai contagiati. Intanto nella località del Tirreno le proteste sono state sospese per 24 ore
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Il caso Amantea scuote il governo Conte. Che ora cerca disperatamente una “nave-quarantena” in cui accogliere i migranti positivi al Covid-19. La soluzione era stata anche proposta dalla governatrice calabrese Jole Santelli, che ieri ha minacciato di vietare gli sbarchi in caso di mancato intervento da parte dell'esecutivo.
Procedura veloce
Una procedura veloce per trovare la nave, nel giro di due-tre giorni, sarebbe stata avviata oggi dal soggetto attuatore per la materia, Michele Di Bari, capo Dipartimento delle Libertà civili e dell'immigrazione del ministero dell'Interno. Si attendono risposte a breve.
Se non emergeranno offerte dal mercato, il Viminale virerà sul piano B e cercherà strutture a terra – come sedi militari – per assicurare l'isolamento dei contagiati che sbarcano. Della procedura è stato informato il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
L'obiettivo del Viminale è che arrivino rapidamente risposte dal mercato, vista l'impennata di sbarchi di luglio. Ma il periodo non è dei più favorevoli: servono navi con precise caratteristiche, spazi e servizi igienici adeguati. Non ce ne sono nella disponibilità dello Stato, per questo è stato attivato un bando veloce, confidando che giungano manifestazioni d'interesse.
Per l'unica “nave-quarantena” attualmente in attività, la Moby Zazà, che si trova a Porto Empedocle, la concessione – in scadenza – è stata prorogata per altri 10 giorni in modo da concludere l'isolamento sanitario dei migranti ora ospitati. L'alternativa alle navi è quella di trovare strutture adatte a terra, che diano garanzie dal punto di vista della protezione dall'esterno e non facciano scattare rivolte come ad Amantea. Il Viminale pensa quindi a sedi militari, come caserme, che saranno vigilate con un dispositivo rafforzato.
Le parole del ministro Lamorgese
«Abbiamo preso una nave dove far fare la quarantena ai migranti. Ora abbiamo fatto una gara, che una prima volta è andata deserta, e l'abbiamo rifatta con procedura accelerata: nel giro di due giorni dovremmo vedere se c'è qualcuno, penseremmo di sì perché ci è arrivata notizia che c'è qualche società interessata». Tutto ciò «per non gravare sulle comunità». Lo ha detto la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, rispondendo a una domanda dei cronisti sull'arrivo di migranti e sul contenimento della diffusione del coronavirus in Calabria a margine di un incontro a Trieste.
«L'obiettivo – ha sottolineato – è non gravare sulle comunità. Nel caso della Calabria, ho sentito ieri sera la presidente Santelli, quindi cerchiamo di lavorare insieme su questo fronte».
Stop temporaneo alle proteste
Intanto, ad Amantea la situazione torna temporaneamente alla normalità. Manifestazioni di protesta sospese per 24 ore: è quanto hanno deciso i cittadini in agitazione da ieri. La tregua è stata decisa per attendere eventuali, e sperate, decisioni del governo in relazione alla richiesta di spostare altrove i migranti. Il timore dei residenti è che venga ulteriormente turbata la stagione estiva e che i turisti decidano di lasciare la località del Tirreno cosentino per paura di contagi.
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