È iniziato nel cuore del pomeriggio, intorno alle 17, il trasferimento dei migranti positivi al coronavirus da Amantea a Roma. Intorno alle 21.30, poi, è giunto il bus con il quale il gruppo, lasciata la Calabria e in particolare il centro che li ha accolti dopo lo sbarco a Roccella Jonica, raggiungerà l’ospedale militare del Celio.

Le proteste 

Il loro arrivo nella cittadina costiera aveva provocato un’accesa protesta da parte dei residenti, commercianti e operatori turistici, preoccupati per le possibili ricadute economiche. Pertanto domenica scorsa erano scesi in strada, arrivando a bloccare il traffico sulla statale 18 Tirrenica.

Il trasferimento a Roma

La struttura, con i cancelli chiusi, è stata presidiata dai militari. Nel pomeriggio la governatrice della Calabria, Jole Santelli, nel rivolgersi ai rappresentanti del Governo ha chiesto di tutelare la salute dei calabresi e degli stessi migranti predisponendo il dispiegamento di unità navali tanto per garantire assistenza agli immigranti tanto per scongiurare ulteriori sbarchi.

«Amantea non è razzista»

Fuori della struttura recettiva, i manifestanti hanno voluto rimarcare il perché della mobilitazione: «Amantea non è razzista. Non vogliamo malati di Covid nel centro cittadino perché è un virus che porta alla morte e non ce lo possiamo permettere». Per i residenti: «Oggi hanno vinto questi ragazzi. Ci auguriamo vengano curati in strutture idonee».