Inizia ad assumere i contorni del giallo la vicenda che ruota attornoalle dimissioni degli ex degenti della casa di riposo Domus Aurea di Chiaravalle Centrale, attualmente ricoverati al policlinico universitario di Catanzaro.

I tira e molla sulla sistemazione degli anziani, contagiati dal Covid 19 ma ormai guariti, sono andati avanti per mesi così come le trattative consumate sull'asse Cittadella-Madonna dei Cieli, dove ha sede la direzione dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro che, in teoria, avrebbe dovuto sovrintendere alla gestione dell'emergenza sia nella fase più acuta dell'evacuazione della Domus Aurea sia nell'individuare adesso una exit strategy al sovraffollamento delle corsie ospedaliere del policlinico. Due interi piani dell'edificio – il settimo e il nono – continuano ad ospitare gli ex degenti della Domus ormai in gran parte guariti dall'infezione e dimissibili.

Il tira e molla sulla sistemazione degli anziani

In verità, già nei giorni successivi al trasferimento degli anziani dalla casa di riposo di Chiaravalle al policlinico si erano valutate più strade per consentire una sistemazione più idonea a pazienti che non necessitano di cure intensive ma solo di una struttura sanitaria assistenziale.

 

Dapprima si era ventilata l'ipotesi della riconversione di una rsa interamente Covid, poi il riadeguamento del padiglione C del policlinico stesso e, infine, lo spostamento in una struttura di lungodegenza a Serra San Bruno. Ma quando sembrava ormai cosa fatta i trasferimenti si sono interrotti bruscamente consentendo al primario di Malattie infettive del policlinico di liberare solo 6 posti letto: 3 anziani guariti inviati a Serra San Bruno (di cui uno risultato nuovamente positivo e ritrasferito al policlinico) e 3 all'ospedale Iazzolino di Vibo Valentia, ricoverati nel reparto di Malattie infettive.

 

Il timore di un nuovo contagio

Ma all'indomani del clamore suscitato dal caso di ripositivizzazione dell'anziana di Serra San Bruno, il problema continua ad esistere dal momento che con il trascorrere delle settimane i pazienti continuano a guarire, circa 15 quelli sui quali è stata accertata la negatività con il doppio tampone, ma a rimanere ricoverati in una struttura ad alta intensità di cure. Torna, quindi, in auge una soluzione valutata fin dall'inizio ma rimasta sottotraccia e che consentirebbe oggi di uscire dall'impasse.

La soluzione Trebisacce

Due ore di viaggio in direzione nord per spostare il primo gruppo di ex degenti della Domus Aurea guariti ai confini della Calabria: all'ospedale di Trebisacce. Una struttura sanitaria finita nel recente passato nel fuoco incrociato delle polemiche ma adesso totalmente vuota e dotata di circa 30 posti letto.

 

Qui potrebbero essere trasferiti gli anziani ed è qui che il commissario straordinario del policlinico di Catanzaro, Giuseppe Zuccatelli, andrà venerdì mattina assieme al primario del reparto di Malattie Infettive, Carlo Torti, per effettuare un sopralluogo e valutarne l'idoneità. 

La Domus chiede il trasferimento degli ex degenti

Rimane per ora alla finestra, invece, il titolare della Domus Aurea di Chiaravalle Centrale, Domenico De Santis, colpito all'indomani del contagio nella casa di riposo da una sospensione amministrativa del contratto sottoscritto con l'Azienda sanitaria provinciale per il venir meno dei requisiti di accreditamento.

 

Nei giorni scorsi, De Santis, assistito dall'avvocato Antonello Talerico e da Ileana De Santis, ha fatto recapitare all'Asp di Catanzaro e al dipartimento regionale Tutela della salute una diffida per ottenere la revoca della sospensione del contratto chiedendo «la pianificazione e il rientro in struttura di tutti i degenti ricoverati presso gli ospedali Pugliese-Ciaccio e Mater Domini, ormai in dimissioni o già dimessi, i quali quotidianamente fanno richiesta, attraverso i propri familiari, di poter tornare in struttura».