È rivolta anche a laboratori accreditati con sede operativa extraregionale la manifestazione di interesse pubblicata dall'Azienda Sanitaria di Cosenza, alla ricerca di strutture di supporto nelle attività di processazione dei tamponi molecolari, necessarie a garantire un più efficace tracciamento dei casi di Covid-19 sul territorio e, di conseguenza, una migliore strategia di contenimento della epidemia.

Primo bando deserto

Un primo bando esplorativo, pubblicato il 12 novembre, era ristretto esclusivamente ai laboratori con sede in Calabria, con termine di presentazione delle offerte entro le ore 14 del giorno successivo, 13 novembre. Evidentemente però, nessuno ha risposto, per cui l'Asp ha deciso di rinnovare la pubblicazione questa volta ampliando il raggio della ricerca. Ed anche i termini di scadenza, fissati adesso per venerdì 20 novembre, sempre alle ore 14.

Screening insufficiente

Fino ad oggi la provincia di Cosenza ha potuto contare soltanto sul laboratorio di microbiologia e virologia dell'Azienda Ospedaliera per effettuare le analisi dei tamponi prelevati sotto il coordinamento della task force, nel vasto territorio caratterizzato dalla presenza di 150 comuni ed oltre 750 mila abitanti. Il sistema già rivelatosi insufficiente durante la prima fase della pandemia, è andato in tilt in questo secondo periodo di maggiore diffusione del coronavirus, nonostante il supporto occasionale dei laboratori pubblici di Catanzaro.

Rossano potrebbe non bastare

Anche l'imminente attivazione di un laboratorio ex novo allestito presso il Giannettasio di Rossano, sarà d'aiuto ma non potrà colmare completamente le deficienze venute a galla nelle ultime settimane. Il contact tracing, per essere efficace ha bisogno di risposte rapide in merito alla positività o negatività dei soggetti ritenuti sospetti Covid.

Accumulo pericoloso

Invece, a fronte di una crescita esponenziale del numero di prelievi, arrivati a sfiorare la media di quattromila la settimana, l'Asp di Cosenza non è riuscita a mettere in campo una corrispondente crescita della capacità di processazione dei tamponi. La recente trasferta in Puglia ha consentito di abbattere l'arretrato di quasi tremila tamponi da analizzare, che si era pericolosamente accumulato. Ma se non sarà individuata una soluzione strutturale, il problema si ripresenterà tale e quale nel giro di poco tempo.

Di Natale non ci sta

E la soluzione potrebbe essere rappresentata dalla collaborazione dei laboratori privati convenzionati, al costo massimo stimato di 30 euro per singolo tampone processato. Questa prospettiva però ha mandato su tutte le furie il consigliere regionale Graziano Di Natale: «Anziché potenziare i nostri laboratori pubblici, dislocati nelle varie strutture ospedaliere, si sceglie il privato. Roba davvero da pazzi» ha scritto sui social il politico eletto a Palazzo Campanella nella lista Io Resto in Calabria.

Soluzione... tampone

Il ricorso ai privati per processare i tamponi sarebbe comunque, tanto per giocare con le parole, una soluzione... tampone. Nel senso che questi laboratori sarebbero destinati a processare l'eventuale quota in eccesso di campioni da analizzare qualora le attività condotte nella virologia dell'Annunziata e quelle prossime a cominciare del Giannettasio, dovessero rivelarsi insufficienti. Mentre potrebbe rivelarsi addirittura antieconomico allestire appositi laboratori pubblici, con ingenti investimenti in macchinari e personale, che resterebbero poi inutilizzati o sottoutilizzati con la cessazione, si spera presto, dell'emergenza pandemica.