In tempi di Covid la Calabria non si fa mancare nulla. Quasi inesistenti le terapie intensive e fra qualche giorno anche il personale medico e infermieristico potrebbe venir meno. O almeno è questo il senso della missiva inoltrata quasi un mese fa dai vertici dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro al delegato del soggetto attuatore per l'emergenza in Calabria, Antonio Belcastro, e per conoscenza anche al commissario ad acta, Saverio Cotticelli. In calce la richiesta di un riscontro "urgentissimo" e in testa quella della proroga dei contratti di figure sanitarie strettamente necessarie per fronteggiare l'avanzata della pandemia nelle corsie ospedaliere.

Contratti in scadenza

Una nota, tuttavia, rimasta ancora senza riscontro tanto da aver oggi richiesto l'invio di nuovo sollecito sulla scorta degli stretti margini di manovra. Il 31 ottobre giungeranno a scadenza, infatti, i contratti di 67 professionisti impiegati a tempo determinato dall'ospedale Pugliese nel marzo scorso, quando l'emergenza era ancora alle porte. Tutto personale all'epoca autorizzato e successivamente assunto gravando sui centri di costo appositamente attivati per il contrasto alla pandemia. E però tra poco più di una settimana i contratti scadranno e i reparti rischiano di rimanere sguarniti nel pieno della seconda ondata di contagi. 

Il Pugliese tira dritto

Si tratta, in particolare, di 50 infermieri, 8 operatori sociosanitari, 2 pediatri, 4 biologi, 1 tecnico di laboratorio e 2 ostetriche necessari «per assicurare il prosieguo delle attività sanitarie» si legge nella nota. Tanto necessari da giustificare anche la forzatura contenuta nel sollecito trasmesso appunto nella giornata odierna. «Nel completo silenzio mantenuto da entrambi» è la censura mossa dai vertici aziendali al terzo piano della Cittadella, «faccio presente che alla scadenza si procederà comunque alla proroga di tale personale fino al perdurare dello stato di emergenza che com'è noto è stato prorogato fino al 31 gennaio 2021».

I costi alla Regione

L'azienda, tuttavia, non intende assumersi la responsabilità dei costi sul proprio bilancio: «Il budget assunzionale - si precisa da Madonna dei Cieli - è già completamente eroso per far fronte alle necessità assistenziali minime di un ospedale hub sede di Dea di secondo livello». Da qui la precisazione finale: «Gli oneri devono essere fatti gravare sul centro di costo» attivato dalla Regione per fronteggiare l'emergenza.