Alla caserma “Paolo Grippo” di Cosenza una corona in memoria di Filippo Caruso, Francesco Valentini e Giuseppe Russo. Il comandante provinciale Mommo: «Omaggiamo uomini che hanno reso onore all’Arma»
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Una corona di fiori deposta mentre suona il silenzio. I clic delle macchine fotografiche, nessuno parla. La vita che scorre, mentre nel cortile della caserma di Cosenza tutto sembra fermo. Finito il silenzio, l’assemblea si scioglie in un applauso in memoria di Filippo Caruso, comandante della banda partigiana che portava il suo cognome, e dei carabinieri dell’Antimafia Francesco Valentini, secondo di Dalla Chiesa, e Giuseppe Russo, ucciso dai Corleonesi nel 1977. Un omaggio fortemente voluto dall’UNUCI, l’unione degli ufficiali in congedo, seguito poi da un convegno in comune sulle tre figure cosentine.
La corona per i tre carabinieri e il convegno al comune
Le tre storie sono diverse fra loro ma molto simili. A partire da quella di Caruso, che unì sotto una sola effige i militari partigiani dopo l'8 settembre 1943. Entrato a Roma con la banda che portava il suo cognome, Caruso venne imprigionato dai tedeschi ma resistette alle torture prima di scappare con la liberazione della Capitale per mano degli alleati.
Ci sono poi Valentini e Russo che insieme hanno combattuto Cosa Nostra. Il primo fu il vice in comando del Generale Dalla Chiesa, il secondo venne ucciso dagli assassini dei Corleonesi nel 1977. Due delle pagine più oscure della storia nazionale riviste attraverso gli occhi di Anita Valentini, figlia di Francesco: «Quando morì il Colonnello Russo ricordo il grandissimo dolore di mio padre, sebbene fossi molto piccola - racconta ai nostri microfoni - erano molto amici». Anita Valentini è anche la pronipote di Filippo Caruso, zio del secondo di Dalla Chiesa: «Con la sua banda, dopo l'8 settembre, ha guidato la resistenza dei militari: è giusto ricordarlo, sono testimonianze importanti per tutta l'Italia»
Il comandante Mommo: «Onoriamo chi ha innalzato il nome delle istituzioni»
Il comandante dei Carabinieri, Andrea Mommo, ha spiegato l'importanza della corona per i tre carabinieri: «Con il loro lavoro hanno portato avanti il buon nome delle istituzioni - dice Mommo - e hanno soprattutto permesso di arrivare ai giorni nostri con una situazione più aperta. Sono un punto d'incontro fra passato, presente e futuro»
Convegno in comune, Caruso: «Hanno difeso tutte le libertà»
Dopo la deposizione della corona per i tre carabinieri, nella sala consiliare del comune si è tenuto un convegno introdotto dal presidente della commissione cultura, Domenico Frammartino, al quale ha preso parte anche il sindaco Franz Caruso. «Si tratta di tre militari che hanno difeso le libertà di ognuno di noi», ha detto il primo cittadino nel proprio discorso, e ha poi aggiunto: «Mio padre ha sempre rivendicato una parentela con il generale Caruso. Non abbiamo mai approfondito, ma mi onoro di portarne lo stesso cognome»