L’obiettivo è spiegare in particolare l’istituto che disciplina la materia, ma anche sulle pastoie legislative che complicano le procedure di affrancazione o di legittimazione
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Parte un ciclo di confronti sul tema degli usi civici nella città di Corigliano Rossano. L’obiettivo è informare la comunità, in particolare sull’istituto che disciplina la materia, ma anche sulle pastoie legislative che complicano le procedure di affrancazione o di legittimazione (la Legge regionale ha prorogato di un anno i termini) delle aree demaniali la cui competenza amministrativa è affidata ai comuni dopo un intervento legislativo della Regione Calabria. Per i regolamenti attuativi, tuttavia, si registrano ritardi e la legge rimanda al quadro normativo (datato) nazionale.
La prima iniziativa (tavolo tecnico) si è tenuta ieri alla presenza dell’assessore al patrimonio Maria Salimbeni, del responsabile del servizio Danilo Fragale e del tecnico incaricato Rita Carolina Laurenzano che hanno incontrato tecnici e rappresentanti degli ordini professionali.
La città di Corigliano Rossano ospita uno dei pochi Sportelli Usi Civici presenti in Calabria nonostante la Regione Calabria al tempo della decisione di demandare ai comuni la competenza amministrativa non diede un supporto di personale per meglio affrontare la tematica che, per alcuni versi, si conferma ostica. Importante si rivela il patrimonio riconducibile agli usi civici e in capo all’ente comunale.
L’ex amministrazione di Rossano ancor prima della fusione diede incarico a un tecnico incaricato al fine di effettuare una analitica ricognizione del patrimonio esistente, non fece altrettanto l’ex comune di Corigliano. L’attuale governo locale ha ora esteso anche all’area Coriglianese l’attività di censimento così da avere un quadro più complessivo.
La polemica sui livellari
La problematica in città esplose durante la campagna elettorale sulla base di posizioni sospette da parte di soggetti che si ritengono proprietari di terreni gravati da uso civico, calpestando di fatto il diritto inalienabile e usucapibile del bene. Il punto è e resta il titolo originale di proprietà. «Non è difficile fare chiarezza, afferma la Salimbeni, però occorre del tempo in quanto si tratta di problematiche complesse. Ci sono aspetti da approfondire come nel caso di alcuni atti che è come se fossero stati cancellati, pertanto necessita una ricognizione che passa attraverso mappe storiche e avviare una serie di interlocuzioni al fine di risalire al reale titolo di proprietà».
L’amministratrice non si sottrae a rispondere alle domande sulla furente polemica di qualche anno fa quando l’allora ex comune di Corigliano individuò nel patrimonio comunale con apposita delibera di giunta, alcuni terreni sulla base di una ricognizione effettuata con visure catastali mentre è, invece, necessario che il Comune attesti la titolarità dei beni. Tra i nomi in elenco anche alcuni candidati con l’allora schieramento riconducibile all’attuale sindaco Stasi. Da qui la bufera sul tema dei livellari.
«È stata una brutta pagina, continua l’assessore Salimbeni, soprattutto per il fatto che si è volutamente eluso il vero problema. Oggi, stiamo dimostrando come amministrazione comunale che non abbiamo nessuna preoccupazione da questo punto di vista e stiamo andando avanti. Su questa vicenda ho riscontrato molto populismo che, spesso, si interfaccia con ignoranza settoriale. In alcuni casi i cittadini non sono neppure a conoscenza di avere sui loro terreni dei vincoli».