Il sindaco azzera la giunta, spiega in larga parte le ragioni delle incongruenze avvenute nelle ultime ore e preannunzia il rilancio dell’azione amministrativa mediante la costituzione di una nuova squadra politica. I motivi che sottendono alle decisioni del primo cittadino di procedere alla formazione di un nuovo esecutivo sono da attribuire ad alcune pressioni subite nel corso del tempo relativamente alla questione del personale e, addirittura, dei messi comunali e della loro iniqua distribuzione tra gli uffici di Corigliano e quelli di Rossano.

Se non queste le ragioni, sicuramente le rivendicazioni di chi frappone determinate resistenze sono da ritenere piuttosto deboli. Ne parla lo stesso primo cittadino in una nota resa pubblica in queste ore facendo riferimento a «una lettera firmata da alcuni consiglieri di maggioranza sul tema della “perequazione del personale”, ovvero sul fatto che ci sarebbero più dipendenti di alcuni settori in alcuni plessi comunali piuttosto che altri, con particolare riferimento ai messi comunali».

«Nel tardo pomeriggio uno di questi consiglieri mi ha comunicato - continua Stasi - che l'indomani una parte dei firmatari non sarebbe venuta in Consiglio per rimarcare, evidentemente, il contenuto della lettera. All'ordine del giorno non c'era il bilancio che quindi avrebbe imposto numeri consistenti; né, conti alla mano, c'era o c'è problema numerico in consiglio, considerando che la minoranza è fatta di nove consiglieri. La questione vera e prettamente politica è che, francamente, non sono più disposto ad accettare almeno tre cose: il metodo, da vecchia politica, che trovo scorretto e che è stato proposto anche altre volte; che l'unica componente consiliare ben rappresentata in giunta ponga questioni gestionali ad altri e non a sé stessa; che si possa pensare che un sindaco di una città di 80mila abitanti (ma anche di 20mila) possa occuparsi prioritariamente di quanti dipendenti di un determinato settore stanno da una parte piuttosto che dall'altra, oppure di altre questioni del genere, senza alcun respiro politico».

Non teme l’idea del “tutti a casa”

Il primo cittadino, a chiare note, lascia intendere che non teme l’idea del “tutti a casa”: «Forse si è diffusa la convinzione che un sindaco, pur di restare in carica, sopporterebbe di tutto compreso il tradimento dei propri principi, ma (fortunatamente o sfortunatamente) io non sono così, e per questa ragione venerdì ho comunicato ad una parte dei consiglieri di maggioranza che la nostra esperienza amministrativa, così come l'abbiamo conosciuta finora, sarebbe arrivata a termine». Secondo Stasi un sindaco non può «perdersi in beghe gestionali o di campanile senza senso. Il Governo di questa città implica avere un esecutivo politico che rema all'unisono nella stessa direzione». Né si può pensare di poter governare con il «bilancino».

L’amministratore chiede pubblicamente «scusa» alle forze di opposizione per il corto circuito istituzionale avvenuto nelle ultime ore in occasione della sua diserzione nel civico consesso. Nel frattempo è partito un confronto politico all’interno delle forze politiche che sostengono la maggioranza: «La nomina del nuovo esecutivo avverrà esclusivamente sulla base di presupposti politici, della chiarezza, degli obiettivi strategici che la città deve raggiungere nel suo complesso e senza alcuna tolleranza per metodi “retro” che non possono appartenere a questa amministrazione».

La prossima sarà una giunta politica

Stasi avverte e lancia un monito agli interlocutori che non lascia spazio ad interpretazioni: «Se per una qualsiasi ragione, dovessi rendermi conto che non ci sono le condizioni per realizzare il nostro programma di governo a causa di intralci, pressioni, metodi da vecchia politica o fattori diversi, non attenderò un secondo e consegnerò alla città le mie dimissioni, esplicitando con maggiore dettaglio tutte le ragioni che mi porterebbero a tale scelta, certamente dolorosa ma imprescindibile: mi sono candidato (come gran parte di coloro che ho al mio fianco) per cambiare la città e migliorare la vita della mia comunità, non per fare l'equilibrista».

Sarà dunque, una settimana difficile in cui ogni gruppo consiliare avanzerà le proprie legittime rivendicazioni. In bilico gli assessorati “tecnici” che non godono del sostegno dei gruppi consiliari. Non è dato sapere se al sindaco sarà data la possibilità di rivendicare nomine di propria fiducia e quanti. Di certo, l’azzeramento lo ha posto in una condizione di arretramento rispetto alla coalizione consiliare. Prossimo dunque, il toto-assessori, ma questa volta sarà vietato sbagliare. La novità e il rinnovamento non bastano, evidentemente, per amministrare occorrono ben altre qualità.

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