VIDEO | A nulla è valso l'impegno dei parlamentari del territorio, mentre gli esiti del Consiglio comunale si sono rivelati carta straccia. Si va verso l'ottenimento di un ufficio di prossimità
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Una delle battaglie fallimentari del territorio è stata la riapertura dell’ex tribunale di Corigliano-Rossano: la prima città della provincia di Cosenza con suoi 80mila abitanti è sede di Giudice di Pace mentre altre realtà con un quarto di abitanti sono sede di tribunali (Paola, Castrovillari, Locri, Palmi, etc). Un paradosso mai colmato, neanche dopo l’allora elezione del governo giallo-verde (Lega-M5s) nel cui programma era prevista tra i primi punti la riapertura dei tribunali. E con ben cinque rappresentanze parlamentari espressione dell’area jonica cosentina non si è riusciti a ripristinare un’ingiustizia mai motivata dallo Stato.
Sul punto, l’ex grillino Francesco Sapia (ora L’Alternativa c’è) ammette: «Molte cose non ce l’hanno fatte fare. Aspettiamo ora la fine della legislatura, poi valuteremo l’operato dei colleghi. Il ministro Bonafede non ha mai voluto mettere mano alla rivisitazione della geografia giudiziaria. Corigliano-Rossano ha bisogno della presenza dello Stato».
Nel settembre scorso si diede vita a un Consiglio comunale per la riapertura del presidio i cui effetti si sono rivelati lettera morta. Idem l’impegno profuso dalla parlamentare Elisa Scutellà che sul punto si è prodigata a più riprese. Ed ora ci si accontenta di una richiesta alla Regione Calabria per ottenere un ufficio di prossimità, al pari di tanti altri piccoli comuni calabresi.
Nel frattempo entro settembre le compagnie dei carabinieri di Corigliano-Rossano dovrebbero essere elevate a reparto e non a gruppo: al dì là della presenza di un alto graduato ai vertici dell’arma non si andrebbe poiché non corrisponderebbe un aumento del personale, vera piaga da sempre. Mentre con il Gruppo vi sarebbe una straordinaria boccata d’ossigeno in materia di potenziamento della dotazione organica. Richiesta, questa, auspicata da Sapia.