Il pronto soccorso continua ad essere preso d’assalto dai pazienti con patologie acute, oltre ai sospetti Covid. Nella sola giornata di ieri si contano ben 22 degenze nell’osservatorio di breve intensiva ed in attesa di ricovero nei reparti. Qualche paziente parcheggiato sulla barella, dopo una lunga attesa, ha firmato per le dimissioni adirato per la lentezza delle cure.

Una situazione insostenibile di cui è vittima lo stesso personale operante, ancora oggi, sottodimensionato. E quel che appare paradossale è che dall’attuale dotazione organica, già di per sé carente, si continua a pescare per destinare uomini e donne in altri reparti. Il personale sanitario destinato all’emergenza è sin dalla prima fase della pandemia esposto ai rischi del virus e a un sovraccarico di lavoro. «Non è stata riconosciuta nessuna premialità - affermano alcuni dirigenti medici del Ps - come se fossimo invisibili. C’è stata una grande speculazione su questi fondi destinati al covid, in tanti hanno redatto progetti senza pervenire a conclusioni mentre le persone che sono state e sono veramente in prima linea (medici, infermieri, ooss, ausiliari) non hanno ricevuto alcun riconoscimento per il tipo di lavoro svolto».

Le rivendicazioni al commissario La Regina

Si tratta di personale che per oltre un anno ha lavorato senza vaccino in un ambito lavorativo mai posto in sicurezza in materia di percorsi covid dedicati. Al fine di affievolire il carico di lavoro e garantire un margine di sicurezza si era pensato di realizzare le tensostrutture nell’area antistante il pronto soccorso, per qualche giorno utilizzate e poi definitivamente dismesse. Nei giorni scorsi il commissario dell’Asp di Cosenza Vincenzo La Regina ha incontrato una delegazione delle rappresentanze assumendo l’impegno di affrontare l’argomento, ma da allora ad oggi la questione è rimasta lettera morta. Gli stessi operatori sanitari sono impossibilitati a ricorrere al piano ferie anche in vista del periodo estivo.