Parte la mobilitazione contro l'installazione di due antenne per la telefonia mobile in contrada Oliveto Longo e contrada Petra allo Scalo di Rossano. Ieri mattina si è tenuto un presidio pacifico nei pressi dell’antenna in via di realizzazione ad Oliveto Longo dove una cinquantina di residenti hanno espresso tutto il malcontento per l’accaduto. Avviata una raccolta di firme in cui si chiede al sindaco di spostare le antenne in aree lontane dai centri abitati.

Tra i presenti anche l’ex presidente del Wwf Sila Greca Fabio Menin che richiama la dichiarazione dell’allora vicesindaco Claudio Malavolta (oggi non più in carica) quando affermava che l’amministrazione Stasi sarebbe stata sempre attenta e vigile sulla questione dei ripetitori della telefonia mobile (tecnologia 5g). «Sarebbe questa la garanzia fornita? Installare le antenne in mezzo alle case e alle scuole di Rossano e di Oliveto longo?».

L’ambientalista riprende una norma che chiarisce le competenze dell’amministrazione comunale: «Il sindaco quale Ufficiale di Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili e urgenti in materia in materia di sanità ed igiene, edilizia e polizia locale al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità dei cittadini».

Quindi il sindaco può decidere di delocalizzare queste installazioni e servendosi dell’art. 3-ter del D:L:vo 152/2006 può anche individuare apposite aree nel territorio comunale ove installare questi impianti opportunamente distanziate dai centri abitati». La dirigente dell’Asp di Cosenza operante nella divisione di Oncologia del presidio ospedaliero “Nicola Giannettasio” di Rossano Mariaquila Santoro ha richiamato una serie di studi scientifici dai quali emerge come «i campi elettromagnetici siano causa di neoplasie e tumori infantili nonché sterilità maschile».  

Rileva come nel «dubbio debba prevalere il principio della precauzione in assenza di dati certi». Nelle zone interessate, riferisce la dottoressa Santoro, «ci sono pazienti che utilizzano il pacemaker e sussiste il rischio che l’onda elettromagnetica possa smagnetizzare o creare un’inversione dei poli del pacemaker determinando il malfunzionamento».