Sulla somministrazione dei pasti ai ragazzi è caos a Corigliano Rossano. In attesa dell’incontro che si terrà il 28 marzo in sede prefettizia con le parti in causa, non si riesce a trovare una giusta soluzione per i bambini. L’amministrazione comunale, dopo la revoca alla Siarc e l’indisponibilità della stessa a garantire il servizio, ha optato per il pasto domestico nel periodo intercorrente tra la gara ponte e l’affidamento del servizio. Alcuni dirigenti scolastici hanno accolto tale soluzione varando specifici regolamenti, altri hanno convocato il Consiglio d’Istituto al fine di determinarsi, mentre altri ancora devono fare i conti con l’opposizione del personale docente che non ha alcuna competenza in materia di somministrazione con particolare riferimento al pasto caldo preparato dai genitori. Una situazione di difficile soluzione. Nel frattempo la vicenda si è trasformata in polemica politica.

Parte della minoranza (i consiglieri Raffaele Vulcano, Antonio Cassano e Adele Olivo) mette in discussione che il servizio possa essere assegnato, poiché poco conveniente alle aziende: «E purtroppo crediamo che non sarà riattivato prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, perché nessuna azienda verrà ad approntare un organizzazione così vasta e complessa per un servizio che durerà soli due mesi».

Per i tre consiglieri comunali «L’amministrazione non riesce a venire a capo dell’annosa questione che la stessa ditta ha creato non garantendo più il servizio (pessimo servizio) dopo la risoluzione del contratto. A farne le spese ad oggi sono solo i bambini e i dipendenti della stessa azienda che non percepiscono lo stipendio di varie mensilità».

Dopo la revoca alla Siarc, la subentrante azienda ha rifiutato. E si rischia il flop anche per la gara-ponte. S’ipotizza l’affidamento diretto che, a parere della minoranza, «costerà tanto, ammesso che nonostante i costi si riesca a risolvere il problema. Di recente pare che ci si sia affidati a delle tavole calde con tanto di menù, e potrebbe anche andare bene se si tratta di una finestra temporale come definita dal sindaco, che sia di breve, brevissima durata». Pur tuttavia rimane il problema sicurezza legato alle normative anti-Covid, i cui dati di crescita sono sempre più preoccupanti.