Gli sfollati e dei produttori agricoli che si affacciano sul Crati pronti a costituirsi in comitato. E, a loro fianco, il parroco della chiesa di Thurio-Apollinara don Cosimo Galizia che ha lanciato un duro monito alla classe politica: «Basta con le famose promesse e le passerelle, basta con la richiesta di voti, i cittadini hanno paura ed attendono risposte. Non devono elemosinare, né si possono mettere a rischio le loro vite».

Ieri nella parrocchia di Thurio si è tenuto un momento di confronto e di preghiera delle comunità di tutte aree periferiche che gravitato attorno al fiume. Si tratta per lo più di produttori agricoli e allevatori. Tanti i danni subiti già durante le alluvioni del 2011 e del 2018. E sono ancora in tanti ad attendere il risarcimento.

Proprio in queste ore qualcuno ha ricevuto qualche segnale dalla Regione Calabria, ma solo la richiesta di ulteriore documentazione ad integrazione, nulla di più. Il costituendo comitato chiederà la modifica di una esistente legge regionale che vieta la pulizia dei corsi d’acqua nonché il ripristino degli argini.

L’obiettivo da raggiungere è la messa in sicurezza definitiva, mediante un intervento strutturale, del Crati. Al momento sono stati effettuati sono dei lavori “tampone” ma non risolutivi. Alcune testimonianze di produttori agricoli che operano nella zona parlano di forti speculazioni attorno alla gestione degli appalti nei lavori finora effettuati e su questo chiedono maggiori controlli per il futuro. Nel frattempo sono stati rafforzati gli argini, con specifiche massicciate, di alcuni tratti ritenuti vulnerabili alla portata dei flussi d’acqua.