I manifestanti scrivono al presidente della giunta regionale Occhiuto: «Pensi alle famiglie che vivono vicino all'insediamento. Non ci fermeremo fino a quando non arriverà il suo No alla proposta»
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Il comitato a difesa del porto di Corigliano è passato dalle parole ai fatti. Da oggi, infatti, è iniziato un sit-in permanente che i manifestanti stanno sostenendo – con tanto di tende al seguito – all’ingresso dell’area portuale. L’obiettivo è ormai scontato: impedire l’insediamento industriale proposto da Baker Hughes. Nell’area del sit-in campeggia lo striscione “No all’industria pesante nel nostro porto”.
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Il comitato ha anche scritto una lettera indirizzata al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che sarà ufficializzata domani, seppur sia iniziato a trapelare qualche passaggio.
Scrivono che si sarebbero aspettati un incontro col governatore a cui pongono delle domande: «Ma lei lo sa che il porto è incastonato nella città, precisamente a Schiavonea? Lo sa quanti bambini abitano a Rivabella, quartiere adiacente al porto? Anche lei ha famiglia, sinceramente vivrebbe lì? Manderebbe i suoi figli a lavorare alla Baker Hughes?». Chiedono, inoltre, chi ci sia «dietro tutto questo» e concludono invocando un incontro pubblico al presidente della Regione.
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Insomma, il comitato teme che le vocazioni dello scalo portuale possano essere “inquinate” dall’industria e terminano ricordando al governatore che «non molleremo la nostra battaglia fin quando non ci sarà anche il suo “no” definitivo all’insediamento industriale nel nostro porto».