Scazzottata tra detenuti con problemi psichiatrici nel carcere di Corigliano Rossano. L’ultimo episodio si è consumato nella tarda serata di ieri quando in uno dei padiglioni del supercarcere gli agenti di polizia penitenziaria hanno sentito delle urla. Prontamente intervenuti, i due detenuti se ne sono date di cotte e di crude, procurandosi danni vicendevolmente.

Immediatamente soccorsi, i sanitari hanno riscontrato tagli, ecchimosi e contusioni varie. Le stesse sono state contenute «solo grazie al pronto intervento del personale presente, il quale - affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, e Damiano Bellucci, segretario nazionale - li ha dapprima separati e successivamente accompagnati nelle rispettive camere di pernottamento. Successivamente è iniziata la guerriglia nella sezione in questione, ove sono state distrutte le brande, provocati incendi, divelti e lanciati i suppellettili presenti contro tutto e tutti».

Secondo il sindacato «la situazione è talmente degenerata che si è reso necessario il richiamo in servizio del personale e, solo grazie alla professionalità dei colleghi presenti, si è riusciti, dopo circa tre lunghe ore, a riportare la situazione ad una pseudo-normalità. Tutto questo avviene nel silenzio assordante dei superiori uffici che, in barba a relazioni del personale, certificazioni mediche specialistiche e richieste di allontanamento, non danno risposte adeguate. Infatti il penitenziario rossanese continua ad essere considerato “con un’adeguata presenza psichiatrica” nonostante vi sia solo uno psichiatra convenzionato con la struttura ed in sua assenza non è previsto il sostituto».