VIDEO | Nel comune jonico cosentino non ci sono posti. L'indignazione della vedova del direttore di gara internazionale: «Calpestata la dignità dei defunti»
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Salme in attesa di sepoltura nel cimitero di Rossano, esplode l’indignazione dei familiari dei defunti. Tra questi la vedova dell’ex arbitro internazionale Gianni Beschin, deceduto nei giorni scorsi, che si è opposta alla sepoltura in un loculo ritenuto indecoroso.
«Calpestata la dignità dei defunti collocati nei vecchi ossuari» – denuncia la donna – la quale ricorda come Gianni Beschin, veneta di origine, nonostante la famiglia abbia una cappella nel cimitero di Cologna Veneta, avesse espresso nel tempo il desiderio di essere sepolto a Rossano.
«Amava molto questa città», continua Carmelina Curia, ed è per queste ragioni che rivendico il diritto a una dignitosa sepoltura. Secondo quanto riferisce la donna, per quella destinazione ritenuta poco dignitosa, è stato chiesto un costo di 2mila euro.
La questione è oggetto di scontro politico
Cimiteri di Rossano e di Corigliano ormai saturi. Nelle ultime ore l’amministrazione comunale ha dato incarico all’ufficio urbanistico per la individuazione di una nuova area baricentrica per la realizzazione di un terzo camposanto. Nel frattempo forti sono state le contestazioni sul piano politico, alle quali ha da poco replicato l’amministrazione comunale ritenendo le accuse della minoranza «infondate e strumentali».
L’esecutivo ribadisce che i cimiteri di Corigliano-Rossano stanno esaurendo lo spazio, di ogni ordine e tipo: «Fin dall’insediamento, sono state progettate azioni a breve, medio e lungo termine. L’ufficio Lavori Pubblici ha proceduto alla progettazione di due batterie di loculi cimiteriali da 500 posti l’una negli spazi residui nei due cimiteri comunali, utili a garantire il servizio per circa un anno. Il Servizio Ambiente, poi, ha già provveduto ad acquistare 21 blocchi da otto posti ciascuno: si tratta di prefabbricati strutturati che potranno essere utilizzati per superare l’emergenza, per la quale però si sono messe in campo anche altre azioni, a partire dalla verifica degli spazi disponibili e da un censimento dei posti che mira soprattutto a garantire maggiore ordine e trasparenza».
La replica alle contestazioni sul 3° cimitero
Per quanto riguarda l’individuazione di un’area baricentrica la giunta Stasi ribadisce la necessità di dotarsi di «una visione d’insieme e ragionare a fronte di una unica città. La miopia di guardare in piccolo, usando paroloni in grande non trova spazio nella nostra azione amministrativa. Mancano spazi liberi da dare in concessione per tumuli e cappelle e spazi per altri servizi cimiteriali. Anche la possibilità di utilizzare loculi comunali si è decisamente ridotta, mentre è altissima la richiesta per altre realizzazioni: si contano circa duemila domande alle quali non si danno risposte da anni, a dimostrazione di come la situazione attuale venga da molto lontano».
Situazione ereditata dal passato
«I due comuni estinti avevano intrapreso strade diverse per superare le questioni: da un lato si è proceduto ad esternalizzare il servizio di gestione, accelerando sul rispetto della normativa e dei codici di polizia mortuaria; dall’altro si è proceduto ad innalzare palazzi di loculi tanto che alcuni dei plinti di cemento, che ospitano nicchie ed ossari, sono arrivati a raggiungere il settimo piano. Per il cimitero rossanese, il commissario Lombardo aveva adottato una serie di provvedimenti e regolamenti precisi tesi a regolarizzare la gestione degli spazi e dei posti, regolamento che è stato successivamente messo da parte, e si è arrivati allo stato attuale, registrando alcune fasi critiche. Cosa successa anche nell’inverno del 2018 (quando a Corigliano oltre una decina di bare stazionarono per quasi un mese nella “sala d’attesa” del cimitero prima di trovare il giusto posto) qualche mese prima della fusione».