Oggi a Corigliano Rossano si apre una controversia legale e sindacale che riapre ferite profonde circa la difesa e le tutele dei lavoratori. Giovanni Zangaro, dipendente presso la Cooperativa 3Emme, è stato licenziato con l'accusa di non aver timbrato l'uscita durante un breve periodo di assenza per un'emergenza familiare. Tuttavia, secondo Zangaro e il sindacato Cgil, il licenziamento sembra essere stato motivato dalla sua iscrizione alla Cgil, sollevando gravi questioni di discriminazione sindacale. La vicenda ha ricevuto ampio sostegno da parte del sindacato e delle istituzioni locali, che chiedono il reintegro di Zangaro e una revisione delle politiche aziendali in materia di diritti dei lavoratori. Tuttavia, le accuse di Zangaro e del sindacato ipotizzano che il licenziamento sia stato motivato dall'iscrizione del lavoratore alla Cgil, da qui la tesi di discriminazione sindacale.

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Ma c’è anche dell’altro: Pac-2000- Conad distribuzione ha ormai da tempo deciso di trasferire una parte delle proprie attività da Corigliano Rossano a Montalto per valutazioni già discusse in passato. Il punto è che ai lavoratori che operano nella cooperativa 3Emme che lavora in regime di sub-appalto pare siano state riservate le stesse condizioni salariali, nonostante la diversa realtà economica delle due località. In un'intervista, il lavoratore licenziato Giovanni Zangaro ha raccontato la sequenza di eventi che hanno portato al suo licenziamento: «Una mattina, mio figlio si è sentito male a casa, e ho dovuto lasciare il lavoro per portarlo dalla dottoressa. Ho chiesto e ottenuto il permesso dal responsabile di cantiere, anche se ho dimenticato di timbrare l'uscita. Il giorno successivo, nonostante le mie spiegazioni e documentazioni, sono stato licenziato».

Solidarietà e reazioni

La situazione ha suscitato reazioni di solidarietà e supporto da parte del sindacato Cgil e di vari politici locali. Il sindaco Flavio Stasi ha dichiarato: «Sono qui per supportare questi lavoratori che richiedono i loro diritti, inclusa una retribuzione equa e il rispetto delle condizioni di lavoro. È importante che l'azienda apra un tavolo di confronto immediato per discutere il reintegro di Zangaro».

Il segretario della Cgil, Andrea Ferrone, ha aggiunto: «L'azienda sembra aver agito in maniera discriminatoria non solo nei confronti di Zangaro, ma anche verso altri lavoratori iscritti al sindacato. Chiediamo il rispetto delle leggi e dei diritti dei lavoratori, inclusa una revisione delle condizioni di lavoro e della sicurezza». Dal canto suo, la cooperativa 3Emme non ha inteso questa mattina rilasciare dichiarazioni ufficiali.  

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Un caso emblematico

La vicenda di Giovanni Zangaro rappresenta un esempio emblematico delle sfide che i lavoratori possono affrontare nel difendere i propri diritti sindacali. Il caso solleva questioni importanti riguardo alla libertà sindacale e alla giustizia sul posto di lavoro, argomenti che continuano a suscitare interesse e dibattito a livello nazionale. Giovanni Zangaro è diventato un simbolo di resistenza per molti, una figura che lotta per i propri diritti e per quelli dei colleghi.

Le reazioni politiche e sindacali hanno evidenziato una forte spinta per il reintegro del lavoratore e per una revisione delle politiche aziendali. Alfonso De Patto, delegato sindacale, ha commentato: «Tutto questo caos è nato quando ci siamo iscritti alla Cgil. Questa iscrizione ha portato al licenziamento di un nostro collega. Noi stiamo semplicemente chiedendo i nostri diritti: il reintegro del collega licenziato, trasferte, buoni pasto, cose normali e semplici che l'azienda non vuole concedere. Il licenziamento del collega è stato ingiusto e utilizzato come segnale di forza contro il sindacato. L'azienda non vuole trattare con i sindacati, è un fatto. Tuttavia, noi stiamo cercando di rimanere uniti per raggiungere i nostri obiettivi».

Sul posto anche la deputata Elisa Scutellà: «Sono qui stamattina per dare una mano a questi giovani che sono sotto scacco, a questi giovani che pretendono qualcosa che noi proponiamo da sempre. Una legge sul salario minimo, una retribuzione che sia giusta e che sia rispettosa dei loro diritti di lavoratori. Mi sento di dire a questo lavoratore di non mollare. È una persona coraggiosa perché ha deciso di metterci la faccia. Perché in un paese, soprattutto alle nostre latitudini, dove spesso si china la testa perché si ha paura, lui ha deciso invece di protestare e di manifestare insieme ai suoi colleghi che gli stanno dimostrando solidarietà. E noi come politica dobbiamo dargli una risposta, necessariamente».

Il caso di Giovanni Zangaro non è solo una questione di licenziamento ingiusto, ma rappresenta un punto di svolta per i diritti dei lavoratori e per la libertà sindacale. La Flai Cgil esprime la solidarietà ai lavoratori in sciopero per la difesa non solo del posto di lavoro ma per la difesa della Costituzione per la libertà di iscriversi al sindacato per la difesa dei propri diritti. La Flai Cgil sarà a fianco dei lavoratori di tutte le categorie sempre».