L’Aurelia approda al porto di Corigliano Rossano. Ad attenderla, le autorità portuali e istituzionali del territorio e una vasta delegazione della Croce Rossa italiana chiamata nell’assistenza sanitaria. Imponente il pattugliamento garantito dalle forze dell’ordine.  

L’ispezione sulla nave

In queste ore, l’imbarcazione è ispezionata dal comitato tecnico collegiale, composto da personale del ministero della salute, della capitaneria di porto, dei vigili del fuoco.  L’obiettivo è verificare l’idoneità di una nave costruita 40 anni fa. Saranno effettuate delle esercitazioni e, constatata l’agibilità, l’imbarcazione – dotata di 300 cabine - potrà svolgere le funzioni a cui è chiamata, ovvero ospitare migranti contagiati.

L’ira di Stasi

Sul posto si è portato il sindaco Flavio Stasi per nulla soddisfatto circa il metodo e il criterio posti in essere dalle istituzioni, parlando di «pressioni di matrice politica». Dopo aver ribadito l’inadeguatezza della infrastruttura jonica a ospitare una imbarcazione del genere per carenza dei supporti minimi essenziali e non certo per una mancata cultura dell’accoglienza, l’amministratore definisce incomprensibili le dinamiche politiche che hanno indotto apparati dello Stato a compiere scelte "scellerate", ivi incluso il non considerare che il porto di Corigliano è collocato in un’area urbanizzata.

I timori per il turismo

 L’aspetto curioso è rappresentato dal fatto che nei giorni scorsi s’informava il sindaco di Gioia Tauro che la nave sarebbe stata dirottata su Corigliano Rossano, ma non si è pensato di informare il sindaco di Corigliano Rossano circa l’arrivo della stessa nel porto della città ionica. «Sciatteria e superficialità» – tuona Stasi. Che va ben oltre, e senza tentennamenti afferma: «Probabilmente i governi nazionale e regionale non hanno voluto disturbare le elezioni di Reggio Calabria e Crotone. Il porto di Reggio Calabria è notoriamente più idoneo a ospitare una tale imbarcazione; mentre Gioia Tauro gode di una certa protezione».  

 

E come da altre parti si pensa a tutelare i propri territori circa i contraccolpi che potrebbero derivare dalla presenza di una nave Covid in mare, anche lo jonio contabilizza numerosi posti di lavoro sul fronte del turismo che non possono essere compromessi.  L’imbarcazione sarà itinerante, approderà laddove vi sarà emergenza, a largo delle coste. «Considerato che le percentuali più alte di sbarchi si registrano a sud di Crotone- conclude Stasi - è bene che l’imbarcazione venga allocata nelle zone a più alta concentrazione».