«Alla Calabria non rinunciamo, ma invece di andare a Santa Maria di Ricadi come avevamo deciso, trascorreremo le nostre vacanze in una località in provincia di Cosenza».

 

Gennaro, 30 anni, napoletano, e il suo compagno, che preferisce restare nell’anonimato, hanno cambiato destinazione dopo che il proprietario della casa vacanze al quale si erano rivolti gli ha mandato via Whatsapp un messaggio dal contenuto inequivocabile: “Non accettiamo gay e animali”. Loro che animali non sono, ma omossessuali Sì, dopo un attimo di sconcerto hanno scosso la testa per scacciare l’incredulità e sono passati avanti.

 

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«Da tempo ho messo nel conto che sulla mia strada posso incontrare persone che hanno ancora problemi ad accettare questo genere di realtà - dice Gennaro -, ma non si può non stigmatizzare una discriminazione così netta. Ecco perché ho denunciato l’episodio ad Arcigay e segnalato la cosa a Booking.it affinché siano consapevoli che un loro inserzionista pone queste condizioni ai potenziali clienti».

Ha parlato di grande sorpresa, ma non è anche arrabbiato?


«Non voglio scatenare una crociata contro questa persona, anche perché nel suo messaggio era chiaramente imbarazzato nel dire quelle cose, tanto che si è definito da solo un “troglodita”. Condanno con decisione l’episodio, ma non ho particolare risentimento verso questo signore che sa perfettamente di essere intollerante e anacronistico nel suo modo di pensare. Resta il fatto che se le opinioni sono sempre legittime, mettere in atto una vera e propria discriminazione è un’altra cosa».

Le è mai capitato qualcosa di simile prima d’ora?


«No, eppure io e il mio compagno stiamo insieme da 7 anni e viaggiamo molto. Né in Italia né all’estero abbiamo mai riscontrato un atteggiamento di questo tipo».

 

Allora è colpa della Calabria?


«No, la Calabria è bellissima e accogliente, infatti non abbiamo rinunciato alle nostre vacanze qui. Abbiamo solo cambiato meta e andremo sulla costa cosentina».

 

Eppure questa vicenda rappresenterà un precedente che salterà fuori ad ogni ricerca web che associ le parole gay e Calabria…


«Mi spiace, ma questo episodio andava denunciato pubblicamente, non tanto per redarguire chi ci ha detto quelle cose, ma perché non si può consentire che qualcun altro, magari un ragazzo più sensibile, più giovane, che forse non ha ancora preso piena consapevolezza del proprio orientamento sessuale, si possa trovare in una situazione così spiacevole come quella in cui ci siamo trovati io e il mio compagno».

 

Vede che è arrabbiato...


«Lo ribadisco, non ce l’ho con questo signore. Ma quando ho letto il suo messaggio sul telefonino non ho potuto fare a meno di pensare alle frasi che apparivano su alcune vetrine durante il periodo nazifascista: “Vietato l’ingresso a cani ed ebrei”. Nel 2017, in Italia, questo non è ammissibile e non può passare sotto silenzio».

 

Tra i commenti alla notizia, c’è anche chi legittima l’atteggiamento del proprietario, sostenendo che si tratti di una scelta democratica. Che ne pensa?


«È una tesi non sostenibile, altrimenti sarebbe legittimo anche discriminare un ospite per la sua razza. Immagini se avesse scritto: vietati animali e persone di colore. Ognuno la può pensare come vuole, ma l’omofobia va condannata. Non possiamo tornare indietro di 80 anni, altrimenti significa che la storia non ci ha insegnato nulla».

 

Visto che si trattava di un appartamento privato dato in affitto, forse si temevano situazioni imbarazzanti...


«Purtroppo resiste una falsa percezione dell'omosessualità. Molti credono che essere gay significhi essere necessariamente promiscui, ma non è così. Io e il mio compagno, ad esempio, siamo una coppia normalissima, che sta insieme da tanti anni. Non andiamo in giro a ostentare il nostro orientamento sessuale e tuteliamo la nostra privacy, vivendo secondo canoni di rispetto reciproco verso chi non la pensa come noi. Ecco perché trovo assurdo quanto successo».

 

Enrico De Girolamo