«Non sto mangiando, non sto dormendo, non sto facendo più niente, sto prendendo solo medicine. Non sto bene, se lei non torna io non vivo più, vorrei farle sapere questo. Io voglio solo che mi chiami e mi dica che sta bene, non voglio nient'altro». Patrizio, il fratello di Sara Busiello, è distrutto. Sua sorella è scomparsa da Cirella di Diamante la notte del 4 maggio scorso e da quel momento nessuno sembra più averla vista o sentita, a parte un'amica in comune, che nella giornata di ieri aveva riacceso le speranze. La donna aveva detto di aver ricevuto una telefonata da parte di Sara, nella quale la giovane assicurava di stare bene, di trovarsi a Napoli e di non voler essere cercata, soprattutto via social. Eppure le forze dell'ordine sono ancora sulle sue tracce e i famigliari non sono ancora riusciti a mettersi in contatto con lei. Il fratello non si dà pace: «Lo sai, ho solo te - dice alla sorella attraverso le nostre telecamere -, se tu non torni mi fai morire».

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Una scomparsa avvolta nel mistero

Dov'è Sara? E perché se n'è andata senza dare alcuna spiegazione alle persone che le vogliono bene? Una risposta forse c'è ed è in un destino che con lei è stato ingeneroso. L'allontanamento volontario, di questo parlano gli inquirenti, sarebbe solo la punta di un iceberg che sotto di sé nasconde disagi e drammi a cui Sara non avrebbe più retto. Napoletana d'origine, 36 anni da compiere a settembre, la donna era andata a vivere qualche mese fa in contrada Vaccuta di Cirella con il compagno Salvatore, con cui sta da tre anni. Il loro rapporto, da quanto trapelato, avrebbe avuto sempre alti e bassi anche a causa dei problemi di alcolismo di lei, che ultimamente sembravano essere rientrati. «Ho cercato di aiutarla con tutte le mie forze - ci dice Salvatore, che per primo ha denunciato la scomparsa -, ho cercato di starle accanto in tutti i modi e farla guarire da quel brutto vizio. Per un periodo c'ero anche riuscito». La giovane quella sera si sarebbe allontanata al culmine di un litigio con il fidanzato.

Un destino beffardo

Sara deve essere trovata al più presto, non solo perché manca ai suoi cari, ma perché ha bisogno di cure urgenti. «Io le ho salvato la vita più di una volta», ci spiega Salvatore. La donna soffre di crisi epilettiche e ha bisogno di aiuto. L'unico famigliare con cui ha rapporti è suo fratello Patrizio, che chiama tutte le volte che litiga con il fidanzato, molto spesso per questioni di gelosia. L'aveva chiamato anche il giorno prima della scomparsa, ma la compagna di lui, Mariapia, gli aveva impedito di andare forse a causa di una discussione. «È vero, ho sbagliato - dice la cognata, rivolgendosi a Sara -, non ho fatto venire Patrizio da te, mi sento in colpa, non sto mangiando neanche io. Sei sempre mia cognata, mi manchi tanto». Mariapia non riesce a trattenere le lacrime. «Se ci fai sapere dove sei veniamo noi a prenderti, o Napoli o Milano non cambia niente, non ci interessa. Se non vuoi vedere Salvatore, se non vuoi vedere me, viene a prenderti tuo fratello. Ti prego, facci sapere che stai bene».

Il legame con il fratello

A essere maggiormente preoccupato per le sorti di Sara è proprio il fratello, unico punto fermo della sua vita, fatta di continui dolori e dispiaceri. Sara è anche mamma di tre bambini che non vede da tempo. Negli ultimi anni, come se non bastasse, è entrata nel vortice dell'alcolismo. Dopo alcune relazioni burrascose, tre anni fa ha incontrato Salvatore, che ha provato a curarle l'anima donandole affetto, ma senza riuscirci. Di tanto in tanto, Sara si agita e se ne va di casa, sbattendo la porta alle sue spalle.

Poi però torna, perché il suo mondo è tutto lì, in quella casetta di contrada Vaccuta di Cirella. A Patrizio i motivi che potrebbero averla spinta ad andarsene una volta per tutte, non interessano, lui vuole soltanto sentire la voce della sorella e sapere che sta bene. «Poi è libera di fare qualunque scelta. Se vuole stare per conto suo, va bene, se non vuole più tornare qui, posso anche accettarlo, l'importante è che io sappia che è viva. Sara è quello che ho di più caro al mondo, vorrei che lo sapesse».