Il Tribunale amministrativo della Calabria ha rigettato il ricorso proposto dalla casa di riposo ritenendolo inammissibile
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Resta sospeso il contratto della casa di riposo Domus Aurea di Chiaravalle Centrale, divenuta suo malgrado teatro del capillare contagio da Covid 19 registrato alla fine del marzo scorso tra degenti e dipendenti della struttura assistenziale. Così ha deciso la seconda sezione del Tribunale amministrativo della Calabria pronunciandosi sul ricorso proposto dalla rsa avanzato nei confronti dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro e della Regione Calabria. Proprio l'Asp all'indomani del focolaio - che hai poi portato alla morte di 27 anziani - aveva, infatti, sospeso il contratto alla struttura assistenziale che ancora oggi non è nelle condizioni di riprendere le attività pur avendo risanato le condizioni della rsa.
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Il ricorso al Tar
I titolari della casa di riposo hanno impugnato l'atto amministrativo sostenendone l'illegittimità: «La società ricorrente sostiene, nello specifico, che la sospensione del procedimento costituisca in realtà una revoca tacita dell’accreditamento, adottata al di fuori delle previsioni di legge ed in contrasto con il perfezionamento del contratto per l’anno 2020». In verità, secondo quanto riportato nella sentenza breve emessa dal Tar quel contratto non si è mai perfezionato poichè privo di documentazione amministrativa e, in particolare, del certificato antimafia che la società non ha ancora prodotto.
Per questa ragione i giudici amministrativi hanno ritenuto inammissibile il ricorso optando per una sentenza breve.