Arriva la conferma in appello della condanna per bancarotta fraudolenta dei due assessori di Palazzo dei Bruzi Luciano Vigna e Michelangelo Spataro, nell’ambito del processo sul crack della società informatica Tesi. Per entrambi il giudice della Corte d'Appello di Catanzaro Saullo ha attenuato le pene. Vigna è stato condannato a due anni e due mesi di reclusione (in primo grado il tribunale di Cosenza gli aveva inflitto due anni e otto mesi), Spataro è stato condannato invece a due anni e quattro mesi contro i quattro anni che gli erano stati inflitti in primo grado. Revocata per entrambi l’interdizione dai pubblici uffici.

La Legge Severino prevede la sospensione

Il decreto Legislativo 235/2012, meglio conosciuto come Legge Severino, prevede testualmente al primo comma dell’articolo 11, la sospensione dalla carica di assessore comunale per 18 mesi, per tutti i soggetti “che, con sentenza di primo grado, confermata in appello per la stessa imputazione, hanno riportato, dopo l'elezione o la nomina, una condanna ad una pena non inferiore a due anni di reclusione per un delitto non colposo”. In base al dettato della norma, dunque, nelle prossime ore il Prefetto dovrebbe notificare al segretario generale di Palazzo dei Bruzi il relativo provvedimento, anche se i diretti interessati smentiscono tale eventualità. C’è tuttavia un precedente, relativo proprio ad una condanna per bancarotta fraudolenta: quella del consigliere comunale di Racale, che ricopriva anche la carica di consigliere provinciale di Lecce, Mauro Gaetani, sospeso per entrambi i ruoli dopo l'emissione della sentenza di secondo grado.

La sentenza della Corte d’Appello

Rideterminata la pena per Filomeno Pometti, Francesco Capocasale, Michele Montagnese, Gianluca Bilotta e Luigi Vacca, condannati in secondo grado a due ani e quattro mesi. Pena ridotta anche per Antonio Gargano e Antonio Viapiana, condannati a due anni e due mesi.  La Corte d’Appello inoltre ha assolto dall'imputazione l’ex sindaco di Cosenza Salvatore Perugini, ritenendolo estraneo ai fatti, dopo che in primo grado il tribunale non aveva inteso procedere per intervenuta prescrizione.  

Salvatore Bruno