Come se ne esce? Il nodo delle concessioni balneari è ancora stretto e scioglierlo non è affatto facile. Perché la questione burocratica-amministrativa si intreccia con quella politica e la “tutela” che il Governo ha promesso (già nella vecchia campagna elettorale per le scorse Politiche) ai gestori dei lidi che puntano sulle proroghe, che però la Giustizia amministrativa ha definito illegittime, sollecitando i Comuni a mettere a gara le concessioni demaniali, così come chiede da tempo l’Unione europea sulla base della ormai famigerata direttiva Bolkestein. Di questo si è parlato oggi a Dentro la notizia (per rivedere la puntata clicca qui), la striscia quotidiana di approfondimento giornalistico che va in onda su Lac Tv dopo il Tg delle 14, nella puntata condotta da Enrico De Girolamo.

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A confrontarsi sul tema c’erano il sindaco di Siderno, Mariateresa Fragomeni, il segretario del Sindacato balneari Calabria e l’imprenditore Marco Cupello, del consorzio Terredamare, in collegamento da Diamante con il giornalista di LaC Salvatore Bruno (sua l’esaustiva scheda in copertina che fa il punto della questione). Ad offrire un prezioso contributo anche Antonio Alizzi, che recentemente, proprio per LaC News24, ha intervistato l’avvocato Giuseppe Carratelli che, da esperto amministrativista, è stato tranciante: «Le proroghe sono carta straccia». Ma ha offerto anche la sua soluzione al problema: il rilascio di concessioni demaniali provvisorie in attesa di novità legislative. Una soluzione che per il sindaco di Siderno non è tanto diversa da quella adottata dal suo Comune, che continua a ritenere valide le proroghe, salvo eventuali ricorsi al Tar, che per ora nel centro reggino non ci sono stati. Come dire, finché la situazione non sarà più chiara da un punto di vista legislativo, continueremo.

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Dal canto suo, Giannotti non ha dubbi, «la soluzione c’è, va solo trasformata in legge». Il riferimento è alla mappatura delle coste italiane effettuata dal Governo, in seguito alla quale sarebbe emerso che la risorsa-spiaggia non è affatto “scarsa”, perché ad essere occupato dalle vecchie concessioni sarebbe soltanto il 33% del territorio demaniale disponibile a questo scopo, a fronte di un 67% ancora sfruttabile. La direttiva Bolkestein, infatti, deve essere applicata obbligatoriamente soltanto se c’è scarsità di litorali da mettere a bando.

Il problema è che l’esito della mappatura effettuata da Palazzo Chigi è stata contestata da più parti, a cominciare dalla stessa Commissione europea, che ha stigmatizzato il metodo adottato dall’Italia, che ha compreso nella mappatura anche tratti di costa a picco sul mare o completamente rocciosi. Una scelta che inevitabilmente ha cambiato le carte in tavola. Ma per Giannotti il problema non si pone, perché la definizione di “scarsità” della superficie demaniale da dare in concessione è rimessa ai singoli Stati membri, che quindi avrebbero mano libera nei criteri di valutazione.

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Una situazione di stallo che rischia comunque di compromettere, questo è certo, gli investimenti effettuati nel corso degli anni dai vecchi gestori, come ha sottolineato Cupello, lasciando il settore in una situazione di pericolosa incertezza, anche con riguardo all’occupazione che riguarda migliaia di stagionali. «La verità – ha concluso il segretario regionale dei balneari – è che le spiagge fanno gola alle grandi multinazionali e se il governo vuole davvero evitare che ci mettano sopra le mani deve intervenire con decisione».