Bisogna chiudere subito, anzi no a settembre per tre mesi, vabbè facciamo a gennaio, ma per due anni. Le date per l’ormai inevitabile chiusura della Jonio-Tirreno continuano a rincorrersi, rimbalzando tra una dichiarazione e l’altra, assieme a quelle che ipotizzano il periodo necessario al completamento dei lavori. Una confusione che dovrebbe diradarsi, nuove dichiarazioni politiche permettendo, solo a fine mese. Entro luglio infatti è prevista la nuova riunione in Regione tra Anas e enti locali, in cui dovrebbero essere chiariti i tanti dubbi che sono rimasti attorno ai lavori (e ai tempi) di completo rifacimento della calotta per le due gallerie più importanti del tracciato: la Torbido, poco più di 300 metri, da quasi un anno aperta solo a senso unico alternato, e la Limina, il traforo lungo più di 3 chilometri da almeno un decennio, suo malgrado, protagonista di lunghe chiusure notturne e durante i weekend per interminabili lavori.

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Una riunione in cui dovranno saltare fuori le soluzioni alternative per i tanti (circa 4mila auto al giorno il traffico stimato) che quotidianamente fanno la sponda tra i due mari del Reggino e che rischiano, per i prossimi due anni, di doversi avventurare lungo vecchie statali di montagna, da tempo ormai degradate a mulattiere. O, peggio ancora, di doversi affidare al pittoresco collegamento ferroviario a binario unico e non elettrificato che segue la costa fino a Reggio. O  ancora, in alternativa, agli autobus di linea che saranno dirottati sull’altrettanto pittoresco percorso della 106, sul cui tracciato (pensato per il traffico di un secolo fa) si riverserà, con conseguenze facilmente intuibili, tutto il traffico pesante, camion compresi, che ad oggi si serve della trasversale della Limina.

Disagi che, ovviamente, non saranno limitati solo al territorio reggino. Tutto il traffico pesante proveniente (e diretto) a nord che, oggi, si serve della Jonio-Tirreno per raggiungere la Locride, dovrà utilizzare la vecchia 106 fino all’innesto di Squillace, qualche chilometro dopo Soverato. Un incubo di camion, autobus, pendolari e turisti che rischia di mandare il tilt il già precario sistema di trasporti in un pezzo di Calabria (a forte vocazione turistica) lungo 150 chilometri tra Catanzaro e Reggio. Un percorso costellato di paesi spuntati disordinatamente lungo il corso della Statale stessa che i mezzi pesanti saranno costretti ad attraversare mischiandosi al traffico locale.

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Con la trasversale della Limina operativa, per raggiungere Reggio dalla Locride servono un po’ meno di due ore di corriera per percorrere i poco più di cento chilometri che separano i due territori. Ore che diventano tre, nel caso lo stesso autobus debba servirsi della 106 per circumnavigare l’intera provincia fino al capoluogo. Un surplus di un’ora abbondante a cui andranno aggiunti gli inevitabili ritardi, soprattutto durante i periodi festivi, provocati dall’aumento del traffico sull’arteria jonica. Uno scenario che preoccupa gli amministratori locali – anche se Assocomuni, ad oggi, non ha ancora convocato una riunione per affrontare la situazione – e che mostra gli stessi problemi anche nei percorsi alternativi obbligati verso l’aeroporto di Lamezia e l’università di Arcavacata. Per raggiungere lo scalo di Sant’Eufemia da Locri, gli autobus che percorrono la Limina per poi imboccare l’A2 impiegano circa 75 minuti. Esattamente la metà delle due ore e mezza che invece, con i livelli di traffico attuali, servono allo stesso autobus che segue invece il percorso lungo la 106 e la strada dei due mari.

E le cose non vanno bene neanche sul versante dell’asse ferroviario. Evaporati da tempo i treni a lunga percorrenza che collegavano la parte finale dello Stivale al resto del Paese, Trenitalia non ha mai prestato particolare attenzione ai passeggeri della linea jonica, tendendo tutte le estati a modificare le tratte regionali, potenziando quelle che garantiscono maggiori flussi di clienti a discapito di quelle meno battute. Come succede tutti gli anni con l’entrata in vigore dell’orario estivo, anche nel 2023 infatti, la messa in esercizio del tanto strombazzato “Tropea Express” che garantisce il collegamento tra Reggio e la costa degli Dei nel Vibonese, ha comportato una serie di modifiche sui convogli della linea jonica. Modifiche che anche quest’anno si sono abbattute sui pendolari e sui (pochi) turisti che si avventurano sulla riviera dei Gelsomini.