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Diversi comuni della provincia di Reggio Calabria, «sebbene dotati di Piani speditivi, redatti per la gestione di alcuni rischi, non hanno finora provveduto all'adozione del Piano comunale di emergenza, nel quale occorre, invece, tenere conto delle complessive criticità del territorio, con particolare riguardo al rischio idrogeologico ed idraulico e soprattutto al rischio sismico, atteso che questa provincia ricade in Area classificata di 1° grado». Lo si legge in una nota della prefettura.
In Calabria solo il 54% dei comuni possiede un piano di protezione civile
«Il Prefetto Michele Di Bari – si legge ancora - a poche ore dall'insediamento nella provincia di Reggio Calabria, sensibile alle dinamiche di protezione civile, che, fra l'altro, a seguito del sisma che recentemente ha colpito il centro Italia, vedono impegnate le Istituzioni nelle complesse attività di soccorso alle popolazioni, ha voluto verificare lo stato delle pianificazioni di emergenza che i Comuni hanno approntato per fronteggiare e, ove possibile, prevenire i fenomeni calamitosi».
L'adozione dei piani comunali d'emergenza, continua la nota, «è stata anche ribadita dal legislatore con l'entrata in vigore della Legge 12 luglio 2012 n. 100 che aveva anche assegnato, agli Enti locali, il termine finale dell'11 ottobre 2012, per dotarsi del detto Piano di emergenza. Pertanto, - sottolinea l'ufficio territoriale di governo - è stata diramata un'apposita nota di sensibilizzazione, con invito a dotarsi con l'urgenza del caso della Pianificazione in argomento, tenuto conto che fanno capo ai Sindaci, anche nella loro veste di ufficiali di governo, le competenze connesse alla salvaguardia della tutela della pubblica e privata incolumità, a maggior ragione in caso di eventuali calamità».