«Non ci sono più alibi per nessuno, bisogna smetterla di fare vittismo e di piangersi addosso. Se non si ha il coraggio - perché il coraggio non si vende al supermercato - non si prende l'impegno di amministrare». Non usa giri di parole il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, che in occasione dell'iniziativa promossa dalla Prefettura e rivolta proprio ai sindaci ha puntato il dito contro gli amministratori locali assenti all'appuntamento indetto per illustrare i dati sul fenomeno intimidatorio.

Manca un terzo dei sindaci

«Gli invitati oggi erano trenta - ha affondato il colpo il magistrato - manca un terzo dei sindaci. Chiedete agli assenti le motivazioni perché evidentemente non si sentono rappresentati, non credono in chi sta a parlare. Nessuno dei sindaci, quanto meno del distretto di Catanzaro, cioè tre quarti della Calabria può dire di aver bussato e di non esser stato ascoltato. Se non si ha il coraggio non ci si mette ad amministrare - ha concluso il procuratore - ci stanno molti sindaci onesti che sono vittime della mafia perchè si sono scontrati a muso duro e, quindi, meritano rispetto, protezione, aiuto e consulenza».

Aumentano le intimidazioni

Durante la giornata il prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta, ha fornito i dati dell'osservatorio nazionale sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali. Nel 2020 sono stati in tutta Italia 623 gli episodi censiti, la Calabria ne ha fatti registrare 51 piazzandosi così al quinto posto, dietro alla Sicilia, alla Campania e alla Lombardia. Nel 2019 erano stati, invece, 54 con la stessa posizione in classifica. «Però questo non ci fa stare tranquilli se lo associamo anche al dato dei Comuni sciolti per mafia che sono anche questi un numero consistente» ha spiegato la rappresentante del Governo. 

Poche denunce

«Quello che dobbiamo dire è che spesso non c'è la denuncia e i numeri sono bassi perché c'è scarsa collaborazione. La giornata odierna anche nelle intenzioni del ministero dell'Interno d'intesa con l'osservatorio nazionale è quello di  pervenire ad una sensibilizzazione degli amministratori locali». Durante il 2021 si è registrato un aumento dei casi: nel primo semestre sono stati 180 in tutta Italia a fronte dei 136 dell'anno precedente. In Calabria 14 contro i 12 del 2020

Se si scende a patti

E in tal senso il procuratore ha inteso porre l'accento su una differenza di fondo: «Gli atti intimidatori possono avvenire per due motivi: o perchè si è davvero contro la 'ndragheta e il malaffare o perchè durante la campagna elettorale si è sceso a patti e poi non si è stati ai patti. Quindi o perchè si è dei collusi o perchè si è degli integralisti che non hanno mai fatto accordi con malavitosi e faccendieri».

Comuni sciolti per mafia

Ha inoltre posto l'accento sul numero dei Comuni calabresi sciolti per mafia, in totale quindici: «Se noi siamo quarti o quinti nella classifica degli atti intimidatori o se siamo primi per comuni sciolti per mafia, non vuol dire nulla se non lo si rapporta al numero degli abitanti. La Calabria è un quarto di Milano, quindi parlare di quindici comuni sciolti per mafia, dal mio punto di vista, è un dato spaventoso. Quindi vuol dire che la situazione è allarmante».