Si tratta di Santi Gioffrè, Rosa Correale e Michele Albertini. Sulla vicenda è querelle tra la Giunta Manna e Mimmo Talarico
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Il Prefetto di Cosenza Vittoria Ciaramella ha nominato questa mattina i Commissari prefettizi per la gestione provvisoria del Comune di Rende. Si tratta di Santi Gioffrè, Prefetto a riposo, Rosa Correale, Viceprefetto Vicario in servizio presso la Prefettura bruzia, e Michele Albertini, dirigente di II Fascia, in servizio presso la Prefettura di Brindisi.
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Il provvedimento di sospensione si è reso necessario a margine dello scioglimento dell’Ente per infiltrazioni mafiose «ricorrendo urgenti motivi connessi all’esigenza di garantire la normale attività amministrativa». Il tutto «in attesa del perfezionamento dell’iter procedurale del decreto del Presidente della Repubblica di scioglimento».
La giunta Manna: «Ingiustizia è fatta»
Il punto all’amministrazione Manna (ora retta da Marta Petrusewicz), pertanto, viene messo a poche ore dalla comunicazione ufficiale diffusa dal Ministero degli Interni ieri sera. Ma soprattutto a pochi minuti da un’ulteriore presa di posizione dei componenti della giunta e della maggioranza consiliare in cui hanno annunciato ricorso al Tar. «Non appena conosceremo le motivazioni di tale provvedimento - avevano detto - intraprenderemo ogni azione legale necessaria a ripristinare la verità. Siamo certi, come già successo, che il tempo ci darà ragione».
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«Oggi, come ieri, non abbiamo nulla da temere - hanno aggiunto -. Abbiamo sempre agito con trasparenza per il bene comune, per la nostra città. Dimettersi, questo sia chiaro a chi oggi canta vittoria, disconoscendo le basilari norme del diritto e senza rendersi conto del danno fatto a questo municipio, non avrebbe cambiato il corso di una storia, purtroppo già scritta. Tante le avversità riscontrate e tuttavia questa giunta e i consiglieri comunali di maggioranza hanno continuato l’azione amministrativa».
«Ci siamo infatti trovati dinanzi poteri forti, abbiamo pagato lo scotto di aver contrapposto alle vecchie logiche partitiche un nuovo modello civico di governo in un clima di perenne conflitto, contro chi rema non nell’interesse delle comunità, ma per interessi di parte. Ingiustizia è fatta: con amarezza dobbiamo constatare che a queste latitudini la storia è difficile da cambiare. Nonostante tutto, la nostra visione di una Calabria nuova, prosegue, a prescindere da queste narrazioni faziose».
Piantedosi leva le castagne dal fuoco al Pd cosentino
Quella del Pd cosentino è una posizione garantista sullo scioglimento del comune di Rende per infiltrazioni mafiose, senza mai nominare però Marcello Manna, Annamaria Artese e Fabrizio Totera. La federazione provinciale da un lato lo definisce «un evento drammatico che non può essere liquidato con un commento di parte nell’ordinaria dialettica fra le forze politiche», dall’altro però è consapevole che il provvedimento del Ministro Piantedosi sbroglia in automatico una serie di matasse interne ai democrat.
Il segretario provinciale Vittorio Pecoraro è anche il commissario del circolo di Rende, dopo che ha avocato a sé i poteri della segretaria cittadina Artese, a sua volta elemento di spicco della giunta Manna. Lo stesso ex sindaco, sospeso ormai da tempo, ha continuato a presenziare alle iniziative del Pd come ad esempio la più recente sulla fusione dei tre municipi. In questo scenario si stagliano le riunioni, ai fini elettorali, tenute dallo stesso Pecoraro con i rappresentanti di Attiva Rende, Innova Rende e della Federazione Riformista: i principali oppositori di Marcello Manna e del suo esecutivo. «Il Partito Democratico – dicono alla luce dell’ultimo provvedimento – non abbandonerà mai Rende e continueremo a lavorare per aggregare le forze le progressiste alternative alle destre».
Insomma, così come è la tendenza a livello nazionale, lo sguardo è rivolto alle urne e a breve si cercherà un’intesa anche con il Movimento 5 Stelle di Anna Laura Orrico, sempre in prima fila nel chiedere conto delle inchieste ai vertici del municipio. Insieme alla Cgil e a una serie di associazioni sfilò per Via Rossini dopo gli arresti di Reset. Prima di stringere alleanze, tuttavia, c’è da fare i conti con l’oste. Rappresentato in questo caso dalla Regione Calabria, i cui consiglieri sono fortemente motivati a completare l’iter di fusione con Cosenza e Castrolibero.
Talarico durissimo
«La città si è svegliata con il marchio di città mafiosa, ovvero condizionata nella vita pubblica da gruppi delinquenziali. Un marchio che provoca tristezza, indignazione, vergogna». Parole di Mimmo Talarico, ex consigliere regionale ed oggi tra i leader dell’opposizione in consiglio comunale con Attiva Rende. «La città dei primati, del disegno urbanistico compiuto, sede di una delle più grandi e prestigiose università del Paese, diventa, a causa di un manipolo di amministratori improvvisati e scellerati, una città di mafia. Sappiamo che non è così. Che la stragrande maggioranza dei rendesi è gente onesta e laboriosa, che Rende rimane la città, più giovane, più ricca (per reddito pro capite), tra le più colte della Calabria, ma ha avuto la sfortuna e anche l’imperdonabile leggerezza di affidarsi a un uomo che con il supporto di tutto il centrodestra e di pezzi del PD ha portato la città nel baratro».