La scoperta grazie a un'interrogazione della minoranza in consiglio comunale. Lo stabile in questione è stato recentemente ristrutturato grazie allo stanziamento di fondi per un ammontare di circa 180mila euro
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Non è certo un mistero, la maggior parte degli istituti scolastici calabresi è sprovvista della necessaria certificazione di agibilità e non per questo chi di dovere interviene a tempo debito, salvo poi piangere lacrime di coccodrillo a ogni sciagura che si poteva e si doveva evitare.
Tra questi probabilmente non fanno eccezione nemmeno gli edifici del Tirreno cosentino, di certo non quello di Maierà che, benché ospiti decine di studenti di scuola materna, elementari e medie, ad oggi non presenta traccia della dichiarazione attestante i requisiti di legge necessari a garantire la sicurezza a tutti gli occupanti.
Ma questa non è l'unica controversi di questa vicenda. L'istituto in questione è stato recentemente ristrutturato grazie allo stanziamento di fondi per quasi 180mila euro, ma i lavori non sono ancora terminati, nonostante si sia oltrepassato il termine ultimo di consegna, ed ora i bambini rischiano di essere trasferiti in un altro istituto. La vicenda dei lavori appare abbastanza ingarbugliata, pertanto merita un capitolo a parte, di cui vi parleremo nei prossimi giorni.
L'interrogazione della minoranza
Ad alimentare i sospetti della mancata certificazione di agibilità era stata in principio la richiesta a firma di Claudio Felice. In un documento del 21 settembre scorso, il capogruppo del movimento "Un comune per tutti" inoltrava domanda all'ufficio tecnico di Maierà per avere notizie in merito al "collaudo statico relativo ai lavori strutturali seguiti" e "copia del certificato di agibilità o atti che attestano la stessa".
L'ammissione
La risposta, nonostante l'argomento di estrema importanza, arriva 49 giorni più tardi, precisamente il 9 novembre 2018, e i dubbi diventano certezze: «Si comunica che al momento non vi è certificazione di agibilità». Ciò significa che decine di bambini ogni giorno si recano a studiare presso un istituto di cui non si conoscono le reali condizioni e che per di più è collocato in una zona collinare mediamente sismica e a rischio idrogeologico, tra l'altro in tempi in cui il clima sembra essere impazzito e un semplice temporale può trasformarsi in tragedia da un momento all'altro.
La colpa sarebbe da attribuire alla mancata ultimazione dei lavori, motivo sufficiente per giungere a una «risoluzione contrattuale» con la ditta appaltatrice. Una decisione saggia che però farà scorrere altro tempo, perché «è in corsa la procedura di affidamento dei lavori residui». Ma a scanso di equivoci si precisa che «i lavori in corso di esecuzione non riguardano parti strutturali».