La denuncia della terna commissariale che guida l'azienda del capoluogo di regione sciolta per infiltrazioni mafiose
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È stata lungamente audita questa mattina la commissione straordinaria insediata ai vertici dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, sciolta per infiltrazioni mafiose. La commissione parlamentare antimafia ha ascoltato la relazione della terna per oltre due ore. "Abbiamo fornito alla commissione il quadro di tutte le azioni compiute" ha dichiarato la presidente della commissione ed ex prefetto, Luisa Latella, al termine dell'audizione, che ha chiarito come al momento vi siano ancora numerose criticità da affrontare. «Lo abbiamo espresso alla commissione ma noi ci stiamo provando a portare avanti un lavoro che non è facile perché spesso viene ostacolato. Ci sono resistenze - ha aggiunto ancora l'ex prefetto - ma non solo all'interno dell'azienda».
«Sono soddisfatta dell’audizione in Commissione parlamentare Anmafia della triade commissariale dell’Asp di Catanzaro, guidata dal Prefetto Latella - ha affermato la deputata M5s Dalila Nesci - I commissari stanno facendo un grande lavoro di ripristino della legalità, per migliorare la qualità dei servizi sul territorio. Il disavanzo ha cominciato a diminuire ed è stato finalmente interrotto il sistema truffaldino delle doppie fatturazioni che, per anni, ha drenato preziose risorse che invece dovevano essere destinate al diritto alla salute dei calabresi. La triade commissariale ha provveduto ad avviare numerosi procedimenti disciplinari e verifiche preventive sui casellari giudiziari dei dipendenti. I dirigenti che sono stati compiacenti con il sistema di illegittime proroghe ed affidamenti diretti ad aziende e fornitori collega al clan Iannazzo-Cannizzaro-Daponte - prosegue la deputata - non devono più ricoprire ruoli apicali all’interno dell’Asp. Sono emerse richieste legittime di assunzioni per coprire il turnover dell’Asp che segnalerò subito al generale Cotticelli, affinché provveda».