«Abbiamo la necessità di riaffermare l’importanza della cultura soprattutto in Calabria anche grazie all’opera del reparto di grande specializzazione di Tutela Patrimonio Culturale dei carabinieri», ha affermato il procuratore capo di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri.

L’auditorium Cosimo Fazio della caserma Fava e Garofalo, sede della Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria, ha ospitato la presentazione di quattro preziosi dipinti ad olio su tela e tre statuette bronzee, rappresentative di un gruppo di opere d’arte, trafugate nel Lazio, nelle Marche, in Piemonte e in Emilia Romagna tra il 1979 ed il 2017, con il coinvolgimento di commercianti infedeli calabresi e anche lombardi e piemontesi.

L’indagine partita da Reggio Calabria

La loro individuazione è avvenuta nell’ambito di una articolata indagine convenzionalmente denominata "Antiques", con avviata e condotta dal Nucleo Carabinieri Tutela Beni Culturali di Cosenza con il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. Le attività investigative hanno condotto all’individuazione di un sodalizio criminale, con base logistica in Campania e in Lombardia, che ricettava le opere in Calabria presso compiacenti antiquari.

Le investigazioni condotte tra il 2015 e il 2019, si sono avvalse di risconti sul campo dei ricerche sulle Banche Dati dei beni illecitamente sottratti di cui dispongono i carabinieri. Adesso le opere, del valore complessivo stimato di oltre un milione di euro, saranno restituite al legittimo proprietario, in questo caso un privato.

Molinese: «Il mercato dell’arte ricco e senza confini. Lo paragono a quello delle sostanze stupefacenti»

«Oggi condividiamo un risultato eccezionale conseguito in sinergia con l’Arma territoriale. Siamo il reparto che si occupa di beni culturali più antico al mondo, vantiamo 54 anni di vita ma coniughiamo tradizione con innovazione avvalendoci per le nostre ricerche di mezzi tecnologici avanzati. Sul versante operativo, in questa indagine, sono stati eseguiti sette arresti, molte persone sono state denunciate e sono stati individuati in Calabria importanti pili di ricettazione ed esportazioni all’estero», ha sottolineato il Comandante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, Generale di Brigata Vincenzo Molinese.

«La riconsegna al privato, in questo caso, come anche il ritorno al patrimonio dello Stato in altri, rappresenta per noi un momento importante in cui si consacra il contributo reso anche alla salvaguardia del patrimonio culturale inteso come bene dell’Umanità. Il mercato dell’arte oggi è un mercato ricchissimo e senza confini, per questo molto appetibile per le organizzazioni criminali. Lo paragono a quello delle sostanze stupefacenti. Un mercato internazionale nel quale le opere d’arte italiane sono molto ricercate e apprezzate», ha sottolineato il Comandante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, Generale di Brigata Vincenzo Molinese.

Bombardieri: «Cultura è identità di una comunità»

«Un contributo essenziale non solo alle indagini ma anche all’affermazione della cultura come antidoto per eccellenza alle mafie e strumento privilegiato di contrasto alle mafie anche e soprattutto per il valore identitario che il patrimonio culturale ha rispetto al nostro Paese, così ricco da questo punto di vista. I beni culturali hanno la preziosa capacità di generare senso di appartenenza alla comunità. Per questo la loro restituzione è momento collettivo di grande importanza», ha affermato ancora il procuratore capo di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri.

La presentazione

Dopo l’intervento del prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani, si sono avvicendati il procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, e il Comandante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, Generale di Brigata Vincenzo Molinese. Presenti, con le massime Autorità Civili, Militari e Religiose provinciali e cittadine, anche il Comandante del Gruppo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (Tpc) di Roma per il centro sud, Tenente Colonnello Andrea Ilari ed al Comandante del Nucleo Carabinieri Tpc di Cosenza competente per la Regione Calabria, Tenente Giacomo Geloso.

Le opere sono state presentate dalla dottoressa Daniela Vinci, della direzione del museo archeologico di Reggio Calabria.