E’ stato arrestato alle quattro di mattina dai carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno Giuseppe Zangari, 46 anni, di Spadola che nei giorni scorsi era stato ricoverato all’ospedale di Locri in seguito ad un’intossicazione da pesticida costretto a bere – secondo una sua prima versione che non ha mai convinto i militari dell’Arma - da due individui con il volto travisato e armati di pistola.

 

E’ accusato dell’omicidio di Bruno Lacaria, il commercialista 52enne concittadino e amico dello stesso Zangari il cui cadavere è stato ritrovato ieri in un bosco nel territorio comunale al confine fra Brognaturo e Cardinale. Dinanzi al pubblico ministero Filomena Aliberti e ai carabinieri di Serra San Bruno diretti dal capitano Mattia Ivano Losciale, lo stesso Giuseppe Zangari ha reso ampia confessione del delitto ed il cadavere è stato rinvenuto proprio su sua indicazione.

 

I fatti. E’ stato lo stesso commerciante Zangari a presentarsi ieri spontaneamente e da persona libera e non indagata dai carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno. L’uomo ha subito chiesto un colloquio riservato con il maresciallo Massimiliano Staglianò alla guida del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Serra.

 

Zangari ha inoltre richiesto la presenza del pubblico ministero Filomena Aliberti. Il maresciallo Staglianò ha prontamente avvertito il pm. Presente anche il maresciallo Tommaso Casella. Quindi l’uomo ha confessato di essere stato l’autore materiale dell’omicidio di Lacaria. Ha confessato altresì di aver utilizzato per il delitto un’arma impropria. E’ stato il pm a chiedere a Zangari il luogo esatto in cui era stato deposto il cadavere.

 

Dopo il ritrovamento, Zangari è stato ricondotto in Caserma dove ha iniziato a fornire le prime spiegazioni sui motivi alla base dell’omicidio. A quel punto il pm ha disposto nei suoi confronti il provvedimento di fermo. Zangari ha nominato quale suo difensore l’avvocato Enzo Galeota.

 

g.b.